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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CHIAMBRETTI

Piero Aosta 30 maggio 1956. Conduttore tv. «Sono raccomandato da Walt Disney».



VITA Mamma Felicita l’ha avuto a diciotto anni e l’ha tirato su da sola a Torino: «È sempre stato un gran testone nel senso che, già nelle foto da bambino, aveva un capoccione più grande del corpo. A quatto anni imitava le gemelle Kessler e Gino Bramieri. Era
un patito di Rita Pavone. Si vestiva da sceicco bianco. Voleva diventare
Alighiero Noschese e piangeva tutti gli anni davanti alla televisione quando il
suo biglietto della lotteria non vinceva. A dieci anni, con una lettera 32,
cominciò a scrivere un romanzo giallo. A scuola però non si È mai applicato. La prima elementate l’ha fatta in una scuola torinese gestita da suore francesi. La madre superiora
voleva che ogni mattina gli alunni si togliessero il cappellino e le facessero
un inchino. Piero si dimenticava o si rifiutava, finiva sempre dietro alla
lavagna»
• «“Scambiavo la scuola per un teatro. Gli insegnanti e i compagni erano il mio
pubblico. Avevo l’ossessione di strappare risate”. Dalle elementari alle medie ha dovuto cambiare una trentina di scuole. Quando
lo sbattevano fuori, si ripresentava in classe accompagnato non da mamma
Felicita ma da Luisa, una ragazza che gli dava ripetizioni e che indossava
strepitose minigonne» (Anna Maria Salviati) • Da bambino sognava di fare «il pompiere, soprattutto per il pullman rosso. E poi il giornalista sportivo. M’È andata bene, ma se dovessi rinascere farei il tennista o la racchetta» (ad Alain Elkann) • «Mia madre mi iscriveva a tutte le scuole possibili. Liceo linguistico,
corrispondente in lingue estere, cartellonista pubblicitario, odontotecnico.
Diceva: l’importante È partecipare. Ogni tanto facevo quattro anni in uno, tre anni in uno, due anni
in uno. Qualcosa portavo sempre a casa» • Sostiene di essersi diplomato al Liceo linguistico, come cartellonista
pubblicitario e come odontoiatra • Dall’81 all’86 s’È guadagnato da vivere facendo l’animatore turistico sulle navi da crociera • Università al Dams di Bologna. Senza una lira. Ha lavorato ai mercati generali e poi alla
discoteca Ritual di Torino: «Mi consigliarono di comprare un cane di razza per rimorchiare le ragazze. Ma io
non avevo una lira. E decisi di fare il disc jockey. Perché lo faceva anche il mio macellaio e mi segnalò che al Ritual ne cercavano uno. Poi le radio libere. La prima fu quella dei
preti. Radio Torino Centrale. Molto rigore. Certe parole pesanti non si
potevano dire. Tipo minigonna e gambe»
• «Il mio primo modello tv È stato Kranz di Paolo Villaggio» • «La televisione? Cominciai nella più sfigata di Torino, Tele Manila. Mi inventai la candid camera visibile. Feci
comprare al proprietario un cavo lungo centinaia di metri e andavo per le
strade con la telecamera di studio coinvolgendo i passanti. Beccavo una
vecchietta che arrivava da lontano, e cominciavo a dire: “Buongiorno da Stoccolma. Vediamo una vecchietta italiana. Andiamo a
intervistarla”. Il grande momento fu il concorso Rai. Novemila partecipanti. Vincemmo in
quattro, io, Cecchi Paone, Fabio Fazio e Corrado Tedeschi. Mi arrivò una bella lettera: “La chiameremo per inserirla nei nostri futuri programmi”. Mai più sentiti»
• «Mi telefonò uno da Torino. “Si È ammalato un valletto, venga a fare un provino”. Dovevo dire: “Pronto, da dove chiama”? Mi presero. Ma non piacevo al capostruttura, un democristiano di ferro,
Luciano Scassa. Io mi ero un po’ allargato e lui per castigo decise che il mio intervento doveva essere
registrato. Corinne Clery apriva una cesta di vimini. Uscivo fuori io e dicevo:
“Che numero È?” E Corinne richiudeva la cesta. Tutto registrato»
• «Arrivò Angelo Guglielmi a Rete Tre. E Bruno Voglino. Volevano facce nuove. E feci Il divano in piazza. Fermavo una passante: “Signora, sono un giovane intervistatore, dovevo intervistare la madre di Rambo
che non È potuta venire, io perdo il posto, potrebbe recitare la parte della mamma di
Rambo? Tanto non se ne accorge nessuno”. E lei nel giro di trenta secondi diventava la madre di Rambo» • Il Divano in piazza andava in onda su Raitre all’interno del Va’ pensiero di Andrea Barbato. Con lo stesso Barbato, che ogni sera da Raitre scriveva una
cartolina al personaggio del giorno, venne progettato Il Portalettere: Chiambretti, col berretto da postino, piombava in casa di qualcuno o suonava
al suo citofono e l’arrivo — del tutto inatteso — provocava ogni sorta di gag. Esperienza ripresa poi da Striscia, con i vari tapiri ecc. • «Il mio Portalettere fa parte di una stagione televisiva che non c’È più. C’erano cinquecento partiti, cinquecento segretari di partito, migliaia di
sezioni, migliaia di feste di partito, era divertente. Oggi esiste il teatrino
della politica, sempre gli stessi personaggi» • L’esperienza del Portalettere È stata raccolta in un libro edito da Rizzoli nel 92 (titolo: Il Portalettere) • Prima del Portalettere: Complimenti per la trasmissione (1988), Prove tecniche di trasmissione (1990). Dopo: Telegiornale zero (92-93), Il Laureato (94-95, con Paolo Rossi ed Enzo Jannacci), L’inviato speciale — L’uomo giusto nel posto sbagliato (Raiuno, 97) • Nel 97 clamorosa conduzione del Festival di Sanremo, con Mike Bongiorno e
Valeria Marini (chiamati da lui): in smoking e scarpe da ginnastica, due ali d’angelo attaccate dietro le spalle, planava sull’Ariston tenuto da una corda. Ricevuto in seguito da papa Wojtyla, dichiarò: «È stato emozionante come incontrare Mike. Solo un po’ di più» • Flop, nel 2000, col suo unico film (Ogni lasciato È perso) scritto a suo dire per una delusione d’amore • Svolta artistica nel 2002 con Chiambretti c’È su Raidue, programma pensato con Gianni Boncompagni: uno studio con 140 belle
ragazze cantanti e plaudenti, ma che si vogliono laureate (di alcune viene
fornito anche il titolo della tesi, per esempio Capitalismo, consumismo e crisi della coppia moderna di una venticinquenne Emanuela Fogliazza), Chiambretti che conduce e fa domande
agli ospiti («Nelle mie trasmissioni le domande devono essere più belle delle risposte»), Alfonso Signorini che spettegola e un fenomenale collegamento di fine serata
con un salotto di nobili governato dallo stilista Renato Balestra e che rende a
un tratto popolari la matrona romanesca Patrizia De Blanck, la sua figliola
pigolante Giada e altri che paiono partoriti là per là da un Fellini anni Novanta
• «È vero che litigavi con Chiambretti durante Chiambretti c’È? “Ma no. Era solo un modo diverso di fare la televisione. Lui È un professionista, io sono uno che non prende mai sul serio quello che fa. Lui
passa tutto il tempo a parlare del programma. A me non me ne frega un cazzo del
programma. Ma Chiambretti È un ottimo personaggio, non È arrogante, non È avido, non È marchettaro. È professionalissimo. Purtroppo ci crede troppo. Il mio slogan È: presto e male. Meglio che: lentamente e male”. Ma: presto e bene? “Presto e bene non ci riesce nessuno”» (Gianni Boncompagni a Claudio Sabelli Fioretti)
• Nel 2004 passa a La7 e, senza Boncompagni, continua nel finto megashow con
ospiti, pubblico e interviste. Lo chiama Markette — Tutto fa brodo in tv: «Esistono due tipi di Marchette, quelle con la k e quelle con il ch, ovvero le
dichiarate e le nascoste» (a Michaela Urbano), «Le Markette sono il Pil della tv e in questa stagione, così importante per la politica, siamo pronti anche a dare asilo, e parcheggio, a
quei candidati alle Politiche che non riescono a farsi invitare da Vespa a Porta a porta», «Markette con la Kappa deriva da marketing. Nobilita la prestazione da postribolo
e ci permette di sdoganare la telepromozione culturale. Sveliamo il gioco: oggi
siamo tutti in cerca di autopromozione» (a Raffaella Finzi) • Tra i personaggi lanciati o rilanciati nei due anni di Markette Nino Frassica (dentro uno studio simil-Letterman), Sabina Negri («Guarda, la prima cosa che mi ha detto Pierino È stata: “Ti spiego la differenza tra mostro e personaggio. Io sono un mostro, tu sarai un
personaggio”»), la congolese-fiorentina Sylvie Lubamba, la brasiliana Magda Gomes che gira
nuda mentre Albertazzi dice le poesie, ecc. • Single. È alto 1,66 mt, pesa 60 chili. Investe i soldi in bar e ristoranti a Torino: lo
Sfashion CafÈ dove la mattina va a fare colazione con cappuccino e brioche ripiena di
marmellata, La Cozza, il Birilli, ecc.



COMMENTI «Una mina vagante, un incursionista pericoloso, uno che, gira e rigira, finisce
sempre per farti fare la figura del cretino» (Michele Anselmi).


FRASI «Fare la televisione mi permette di evitare di guardarla» • «Non bisogna criticare la tv di adesso, tanto tra qualche anno rimpiangeremo
quella attuale» • «La tv non È l’ottava arte, È il primo elettrodomestico» • «La pubblicità non È a metà tra tv e cinema, ma una forma d’arte assoluta» • «In questo mondo l’anima gemella non si trova, si pianifica».


POLITICA «Diciamo che molti sperano che vinca il centrosinistra per tornare a lavorare e
questo mi piace poco» (Chiambretti alla vigilia delle politiche del 2006) • «Hai detto di Chiambretti: È un gabibbo che ha bisogno di autori. “È anche un settario che aveva messo all’ingresso del suo ristorante la scritta: Vietato l’ingresso ai dipendenti Mediaset. Adesso credo che l’abbia tolta e abbia scritto: È gradito l’ingresso degli elettori di Forza Italia”» (Antonio Ricci a Claudio Sabelli Fioretti) • «Lei È comunista e va dal sarto, i comunisti non si fanno gli abiti dal sarto. “Stalin e Gorbaciov vestivano Valentino”».



TIFO Tifa Torino da quando, anno 1967 e undicenne, con amici che giochicchiavano a
calcio con lui andò dall’oratorio all’obitorio per dire due preghiere davanti alla salma del grande calciatore granata
Gigi Meroni: «Sbagliai salma, mi commossi per un altro, pregai per la sua anima. Quando
scoprii l’errore, mi sentii dannato, ma due giorni dopo al derby il Torino fece per me 4
gol alla Juve nel nome di Meroni e io mi sentii perdonato e coinvolto nella
grandezza dei gol di Combin»
• «Adesso vedo il Toro sempre come se fosse la mia squadra della Playstation,
prevedo tutto, organizzo, schematizzo, comando. È il football ragionato, mi appassiona. Meno tifo, più raziocinio. Chiaro, sono e sarò sempre granata ma seguo razionalmente alla Playstation anche gli avversari del
Toro».


VIZI «Non cerco una moglie, cerco una babysitter, il bambino sono io» • Telefona alla mamma tre volte al giorno • Si veste dal sarto (prima dice di aver indossato «la linea di abbigliamento 0-12 di Benetton») • Camera da letto completa di baldacchino, a righe beige e bordeaux. In casa
mobili vecchi da mercato mischiati a pezzi di antiquariato (Cina, decò, ecc). Nessuna parete bianca • Colleziona orologi, dischi e libri antichi • Monotono a tavola. Menù quasi fisso: spaghetti o rigatoni al pomodoro e basilico, scaloppine al limone,
insalata mista. Però in orari sbagliati. La mamma: «Piero mangia ogni giorno pasta con olio e formaggio o sofficini». Lui: «Faccio un pasto al giorno come i pastori tedeschi. Pochi dolci, caffÈ senza zucchero» • Ama il mare, gioca a tennis • «È tirchio, o meglio ha parecchi problemi con il denaro contante, e poi È convinto che, nel suo piacere alle donne, non c’entri la notorietà» (il suo socio nei ristoranti Charlie) • Un solo spinello, quando aveva vent’anni, in onore di Jimi Hendrix • Non usa prodotti di bellezza • «Sto bene a casa mia a Torino».