Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
CERONETTI
Guido Torino 24 agosto 1927. Scrittore. «Ho scritto sui giornali per avere da vivere, ma il meglio di Ceronetti viene
fuori dai versi» • «Ha scritto di sé: “Torinese per foglietto anagrafico, l’accento incorreggibile, i ricordi”. Dai quali estrarre “i parenti ossessivi, il fascismo martellato e chiesa chiesa chiesa”. Poi ci sono stati i lampi dell’Antigone di Sofocle, le cattive traduzioni della Bibbia, il senso di colpa e il
lampioncino davanti alle case di tolleranza. Della sua gioventù “la cosa più spensierata era il tram. Il cinema era col contagocce, per molti anni puro e
semplice miraggio”» (Pino Corrias) • «Il “pestigrafo” armato di basco nero sulla testa, che le cronache riescono malissimo a
inquadrare: è infatti saggista, poeta, scrittore, traduttore, regista, impresario teatrale; e
poi instancabile flagellatore dei pericoli del progresso e della tecnologia.
Infine, giornalista: ha cominciato durante la guerra, con racconti umoristici e
pezzi culturali, e non ha mai smesso. Come regista e produttore teatrale, ha
cominciato nel 1970 insieme a Enrica Tedeschi, con il Teatro dei Sensibili,
fatto di marionette e di ombre cinesi» (Alessandro Riva)
• Ha tradotto e commentato alcuni tra i libri più ostici (Qohélet o l’Ecclesiaste nel 70, Il Libro di Giobbe nell’82) o più famosi (Il libro del Salmi uscito in prima edizione nel 55, il Cantico dei Cantici vent’anni dopo), oltre a diversi classici della letteratura latina come gli Epigrammi di Marziale (64), Le poesie di Catullo (69), Le satire di Giovenale (71). In Come un talismano (86), che deve il titolo a un verso di Montale, ha raccolto le sue traduzioni
di singole poesie dei grandi poeti moderni: da Kavafis a Eliot, da Machado a
Rimbaud • «Il Ceronetti saggista ha uno stile inconfondibile, “apocalittico” e satirico, molto polemico nei confronti di ogni conformismo e di ogni forma di
consumismo e particolarmente sensibile alla distruzione del paesaggio. I suoi
brevi saggi, prevalentemente pubblicati sul quotidiano La Stampa, sono raccolti
in diversi volumi (Difesa della luna del 71, La carta è stanca del 76, La musa ulcerosa del 78, La vita apparente dell’82, Albergo Italia dell’85). Nel Silenzio del corpo del 79, Ceronetti espone la sua poetica rivendicando il carattere terapeutico
della verità: “Faccio il medico cercandola”. In Un viaggio in Italia. 1981-1983 dell’83, l’autore parte da una nuova “passione per l’Italia... più severa, più dolorosa”, mentre L’occhiale malinconico dell’88 riprende l’amore per il viaggio, nel tempo e nello spazio, e dalla guerra di Spagna passa
alla tragedia della Valtellina nel 1987» (L’Espresso).