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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CENCELLI

Massimiliano Roma 1936 • «“Ah, Cencelli. Ma è suo padre l’autore del famoso codice?”. Metà anni Novanta, Silvio Berlusconi riceveva a Palazzo Chigi Massimiliano Cencelli,
che all’epoca curava le pubbliche relazioni del San Raffaele. “Presidente, in verità l’autore sono io in persona”, fu la risposta bruciante. Toccò a Gianni Letta completare la rettifica: “Manuale, presidente, non codice”. La Treccani ha la voce “cencellizzare”, e la Garzantina “Cencelli-manuale”. Formule, calcoli e calcoletti che, tenendo conto dei pesi delle correnti e
degli spostamenti che man mano avvenivano, dovevano ispirare le nomine all’interno della Dc e le designazioni governative. Una quindicina di rompicapo
ambientati in momenti storici diversi. E guai a sbagliare i conti» (Angelo Picariello)
• «Mio nonno da parte di madre lavorava in Vaticano con Leone XIII, mio padre era l’autista personale di Pio XII, immaginava per me un lavoro in Vaticano e mi affidò al direttore dell’Osservatore Romano, Raimondo Manzini. Ma la mia passione era la politica, e
quindi fu lo stesso Manzini a presentarmi a un giovane deputato di Cuneo,
Adolfo Sarti, del quale divenni capo della segreteria. Nel 1967 Sarti, con
Cossiga e Taviani, fondò al congresso di Milano la corrente dei “pontieri”, cosiddetta perché doveva fare da ponte fra maggioranza e sinistra. Ottenemmo il 12% e c’era da decidere gli incarichi in direzione. Allora io proposi: se abbiamo il
12%, come nel consiglio di amministrazione di una società gli incarichi vengono divisi in base alle azioni possedute, lo stesso deve
avvenire per gli incarichi di partito e di governo in base alle tessere. Sarti
mi disse di lavorarci su. In quel modo Taviani mantenne l’Interno, Gaspari fu sottosegretario alle Poste, Cossiga alla Difesa, Sarti al
Turismo e spettacolo. La cosa divenne di pubblico dominio perché durante le crisi di governo Sarti, che amava scherzare, rispondeva sempre ai
giornalisti che volevano anticipazioni: chiedetelo a Cencelli».