Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
CAVALLI
Roberto Firenze 15 novembre 1940. Stilista. «Il vestito che amo di più è sempre quello che vendo meno» • «Era il 1972 quando con in tasca un rivoluzionario brevetto di stampa su pelle da
lui ideato, presentò il suo primo défilé nella famosa Sala Bianca di palazzo Pitti. Da allora non si è mai fermato, ma il mondo l’ha scoperto solo poche stagioni fa. La donna firmata Cavalli è una bomba di sex appeal, è appariscente, vistosa. Secondo alcuni esagerata» (Jacaranda Falck) • «Ama le belle donne e gli eccessi e la sua famiglia. Era un po’ volgare, ma ora non più. Roberto Cavalli è un uomo che bisogna conoscere. Oh, sì! Si presenta in giacca di pelle nera, occhiali con i brillantini e sigaro in
bocca. Da duro. Poi però piange quando racconta del padre ammazzato dai tedeschi. è questo lo stilista toscanaccio che ebbe successo negli anni Settanta, visse di
rendita fra gli Ottanta e i Novanta, e riagguantò il successo nel marzo del 95, ma nel 94 si diceva finito» (Paola Pollo)
• «Forse se vuoi arrivare, a volte devi esagerare. Insomma, l’eccesso aiuta il successo! E io sono eccessivo, in tutto. Ma la vita è così breve, c’è tanta monotonia se non ci si diverte è la fine. Per questo non presi il treno con Armani e gli altri. Avevo già tutto: una bella casa, una Ferrari, non mi divertiva l’idea di impegnarmi. Nel 94 quando il treno è ripassato ho pensato anche ad Eva, mia moglie, lei era giovane, così attenta alla moda. Però ho perso la mia libertà e non ho amici veri: conosco migliaia di persone, ma, a parte la mia famiglia,
non mi sono mai sentito così solo»
• «Mio padre ucciso dai nazisti, mia madre sola a Firenze con un negozio di
carbone, un secondo marito sbagliato, io con la mia balbuzie che mi portò a perdere due anni alle medie. Facevo il cinico, ero sempre a zonzo, poker e
cavalli» • «Una volta portai mia madre a New York a una festa, non la trovavo più: era seduta su una poltrona, con il suo metro e cinquanta e i suoi 77 anni e i
capelli bianchi, che con una voce stridula mi disse: “Robertino, hai visto mi hanno offerto una sigarettina...”. E io “Mamma è uno spinello!”» • «La mia donna è appariscente, eccentrica, qualcuno dice un po’ sgualdrina. Ma per me la chiave è il sogno. Una sfilata deve rappresentare un sogno, per la donna che si sente un
po’ Pretty Woman, e per l’uomo che vede queste bellezze e brama di averle tutte» • «Non nego che, alla mia prima collezione, più che gloria e soldi mi intrigava entrare in questo mondo per conoscere le donne.
Sono stato un playboy nella Saint-Tropez godereccia» • Come si fa a fare questo mestiere senza amare il corpo femminile? Trovo stupido
spogliarle in passerella. Se una è già nuda, svanisce la voglia di spogliarla. Per me non c’è nulla di più sexy di una gonna sopra il ginocchio. Sono un romantico» • «I miei non sono modelli che possono certamente andare in Parlamento. Però mi piacerebbe molto vestire Veronica Lario Berlusconi» • «In Italia vendo moltissimo tra i giovani, ragazzi tra i 16 e i 20 anni. In
America, invece, la mia moda un po’ folle impazza tra i signori di una certa età» • «Il mio attore preferito è Giancarlo Giannini, ma non credo che starebbe bene firmato Cavalli. Tra i
giovani non è male Raoul Bova, è belloccio e non se la cava male neanche a recitare».