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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CAUSIO

Franco Lecce 1 febbraio 1949. Ex calciatore. Detto “Il Barone” per il portamento assai elegante in campo. Ala-centrocampista, comincia a
giocare nel Lecce: tre partite in serie C (64-65), poi la stagione successiva
passa alla Sambenedettese. Un provino positivo gli apre le porte della
Juventus, con cui debutta in serie A il 21 gennaio 68 in Mantova-Juventus 0-0. È l’unica sua presenza in bianconero per quella stagione. Poi viene mandato a fare
esperienza altrove: un campionato nella Reggina (B), uno a Palermo (A).
Richiamato a Torino nel 70-71, gioca il primo di undici campionati consecutivi
da titolare nella Juventus (447 partite, 73 gol) vincendo 6 scudetti, una coppa
Uefa e una coppa Italia. Ceduto all’Udinese (81-82), È protagonista di tre stagioni ad alto livello. Gioca un altro campionato con l’Inter, poi torna a casa, a Lecce. Nel 1987 si trasferisce alla Triestina dove
chiude la carriera (1988). Il debutto in azzurro È del 29 aprile 72 (Italia-Belgio 0-0 a San Siro), in totale 63 presenze e sei
gol e con la conquista del titolo mondiale 82 (giocando il secondo tempo contro
il Perù e l’ultimo minuto nella finale con la Germania). 12° nella classifica del Pallone d’oro 1976, 13° nel 77, 19° nel 78, 21 nel 79
• «Lo chiamarono “Brazil” per la sua maniera alla brasiliana di colpire il pallone. Gli avversari
dicevano che tutto stava a non lasciargli il tempo di ragionare, a non
lasciargli quel metro di vantaggio, che altrimenti non c’era più niente da fare a tentare di fermarlo» (Giampiero Mughini) • Famosa la partita a scopone in aereo con Zoff, Bearzot e il presidente Pertini
dopo il trionfo ai mondiali all’82: «Ah, Pertini che uomo, che personalità. Un po’ di tempo dopo, una mattina, mi sto allenando al Moretti, il vecchio stadio di
Udine, adesso non c’È più. Arriva una gazzella dei carabinieri, un capitano corre dall’allenatore Enzo Ferrari. Mi guardano e Ferrari mi chiama: “Barone, vogliono te”. “Me?”. Sono un po’ sorpreso e preoccupato. Il capitano mi dice a bassa voce: “Causio ci segua, il presidente Pertini vuole vederla”. Siamo stati insieme tutto il giorno, a mangiare in una trattoria del centro, a
parlare di calcio e di vino».