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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CASTELLITTO

Sergio Roma 18 agosto 1955. Attore. «Fatevi venire almeno una seconda idea perché la prima assomiglia sempre a uno stereotipo».



VITA Famiglia originaria di Campobasso • «Ero ragazzino. Tornavo da scuola. Vidi scendere da una di quelle roulotte che si
usano sui set Vittorio Gassman avvolto in un cappotto di cammello. Fu come
vedere l’astronave di E.T.: un’apparizione folgorante» • «Nell’azienda dove lavoravo da un anno e che si occupava della distribuzione di
giornali sul territorio nazionale, arrivò la telefonata di un mio ex-compagno di scuola con il quale avevamo organizzato
qualche saggio scolastico. Io ero davanti ad un tabulato e stavo decidendo
quante copie di una nota rivista pornografica avrei dovuto far spedire in una
cittadina di mare. “Stanno cercando il conduttore di una trasmissione per bambini, perché non ci provi? Pagano poco, però pagano”. Ci provai, per gioco, per noia di quel tabulato e di quella rivista che
nemmeno mi eccitava più. Naturalmente non mi scelsero, presero un raccomandato, ma due mesi dopo il
regista di quella trasmissione mi chiamò per dirmi che c’era un ruolo in uno spettacolo teatrale, “Calderon de la Barca, poche battute, pochi soldi, ti va?”. Molto spesso lo spettacolo saltava perché per la regola il numero degli attori non può superare quello degli spettatori in sala. Eravamo otto attori, fatevi il conto.
Ma alle prove di quello spettacolo conobbi un allievo dell’Accademia d’Arte drammatica di Roma che mi convinse a frequentare i corsi come uditore.
Durante le lezioni in un piccolo, bellissimo teatrino, la passione per questo
mestiere cominciò a crescere. Fino a quando non arrivò il giorno della scelta definitiva. Gli insegnanti chiesero ad alcuni uditori se
volessero affrontare gli esami per diventare allievi. Ci pensai su qualche
giorno, o forse qualche ora. Scrissi una lettera di dimissioni all’azienda dove lavoravo e la presentai. Una sera a cena informai i miei genitori
del salto. Se volete conoscere la loro reazione, basterà che andiate a rivedervi la scena in cui il ragazzino di
E.T. scopre l’alieno dietro il cespuglio. L’alieno, naturalmente, ero io» • Subito con registi importanti: Squarzina, Trionfo ecc. Fa Neil Simon (A piedi nudi nel parco) nel 94, e nel 96 prova la regia teatrale con Manola, scritta e interpretata da Margaret Mazzantini, con Nancy Brilli. La Mazzantini
è poi diventata sua moglie • «Con Margaret ci siamo conosciuti allo Stabile di Genova, facevamo Le tre sorelle di Cechov. Erano gli anni Ottanta. Poi Margaret ha capito che per lei stare a
casa e scrivere era meglio e io ho continuato da solo a far l’attore» • Esordio al cinema nell’81 (Tre fratelli di Rosi) cui segue Il generale dell’Armata morte di Luciano Tovoli. Successo con Piccoli equivoci di Ricky Tognazzi e Stasera a casa di Alice di Verdone. Belle interpretazioni, in questi ultimi anni, in Concorrenza sleale di Scola e Caterina va in città di Virzì • «Non è un divo, non è un sex-symbol, insomma non è una “immagine”. è qualcosa di più raro e complesso. è un attore-autore, e da prima di passare alla regia, per la sicurezza e la
disinvoltura con cui sa mettere qualcosa di suo, talvolta di segretamente suo,
nei personaggi più diversi. è un attore di solida formazione classica, con anni di studi e di palcoscenico
alle spalle, trasformatosi come pochi in “animale” cinematografico. Ma è anche il professionista coraggioso che quando ruoli e film interessanti
scarseggiavano ha preso il cappello per andarsene all’estero. Accettando anche piccole parti, o autori alle prime armi, pur di
scoprire altri mondi e rimettersi in gioco. Come avrebbe fatto Mastroianni in
età matura, se vogliamo. Solo che per Mastroianni questa fase libera e avventurosa
veniva dopo una carriera irripetibile; per Castellitto invece questa apparente
deviazione avrebbe segnato un nuovo inizio. Un modo per mettere a frutto la
curiosità e l’inquietudine, e insieme per cercare dentro di sé la propria natura profonda. Perché il cinema sarà una lingua internazionale, ma nessuno è più spaesato di un attore all’estero. Mentre Castellitto, senza mai cadere nel “tipico”, ha travasato la sua italianità indiscutibile quanto irrequieta e moderna in film francesi, canadesi, tedeschi,
seducendo perfino un grande incontentabile come Jacques Rivette (
Va savoir)» (Fabio Ferzetti) • La grande popolarità gli viene però dalla televisione: prima il giudice De Santis de Un cane sciolto di Giorgio Capitani (tre serie: 90, 91, 92), poi il Fausto Coppi di Sironi (Il grande Fausto, 1995) e soprattutto il Padre Pio di Carlei, che sbanca l’audience (2000). Al bel successo di Ferrari (2003), fa seguito l’unico flop della sua carriera televisiva, una riedizione di Maigret (2004) sbagliata nella definizione prima ancora che nell’interpretazione (Luca Zingaretti ad Andrea Scarpa: «Stimo Sergio, però una cazzata prima o poi la doveva fare. Adesso l’ha fatta e s’è tolto il pensiero») • Qualche esperienza non felicissima di regia cinematografica: Libero burro (1999). Meglio Non ti muovere, tratto dal romanzo della moglie (2004) • Altri film da segnalare: La famiglia (87), La Carne (91), Il grande cocomero (93), Con gli occhi chiusi (94), L’uomo delle stelle (95), L’ora di religione (2002) • Ultimi film: Il regista di matrimoni di Bellocchio (2005), La stella che non c’è di Gianni Amelio (2006) • David di Donatello per Il grande cocomero (93) e Non ti muovere (2004) • Ha quattro figli con Margaret Mazzantini che hanno tutti per secondo nome
Contento (o Contenta): Pietro Contento, Maria Contenta, Anna Contenta e da
ultimo (giugno 2006) Cesare Contento (Castellitto: «La contentezza è un bello stadio della vita. La felicità è isterica, c’è sempre la paura di perderla, è più sudata») • «Sergio Castellitto è l’attore italiano che tutti i registi vorrebbero, Margaret Mazzantini è la scrittrice che con Non ti muovere ha vinto lo Strega: insieme fanno la coppia più invidiata del nostro panorama cultural-mondano» (Simonetta Robiony) • Sulla vita di coppia: «Noi la normalità l’abbiamo perseguita. La mattina, quando esco per andare sul set, io dico: “Ciao, vado a lavorare”. Tutto ciò naturalmente non mi impedisce di coltivare la mia eccentricità di artista, ma restando dentro la rima, come si richiede a un poeta». Ma anche: «Vivo in un tranquillissimo, quotidiano terrore: se lascio in disordine mi prendo
le lavate di capo come un ragazzino. Sono una star, guadagno un sacco di soldi,
ma quando la sento rientrare in casa ancora nascondo col piede il calzino sotto
il letto». Replica della Mazzantini: «Ti faccio tutto, preparo e disfo le tue valigie, difendo il tuo sonno coi denti,
ti cucino spaghetti aglio e olio e quant’altro vuoi. Di’ quanto sono una moglie tradizionale in questo, anche se ti urlo “Ehi, star, non vedi come sto coi ragazzini, vieni qua!”» (Valeria Numerico).



COMMENTI • «Un cavallo di razza, il Baggio della recitazione» (Carlo Carlei) • «Un personaggio dopo l’altro, appare il più accreditabile successore di Marcello Mastroianni» (La Stampa) • «Chi altro è stato, fra cinema e televisione, Fausto Coppi e Padre Pio, Enzo Ferrari,
Gioacchino Rossini e Don Milani, ma anche uno psichiatra (Il grande cocomero) e un detective (A vendre), un borghese in crisi e un mariuolo di periferia (Non ti muovere e Sembra morto... ma è solo svenuto), un proiezionista imbroglione e un negoziante ebreo (L’uomo delle stelle, Concorrenza sleale), un professore frustrato e un artista in rotta con la famiglia e la società (Caterina va in città, L’ora di religione)?» (Fabio Ferzetti)


FRASI «Ogni volta che comincio le prove di uno spettacolo o un film, cerco di sentirmi
un po’ inadeguato al compito. Io non credo nell’immedesimazione, per carattere, per cultura, per preparazione, perché sono italiano. Credo nella rappresentazione, i miei maestri si chiamano
Marcello Mastroianni, Gianmaria Volonté, Alberto Sordi. Ma cerco sempre il panico, l’incertezza, quell’adrenalina che accende l’immaginazione e la nutre. Un grande regista cecoslovacco, Otomar Kreijka, con il
quale ho recitato in teatro Cechov e Strindberg, ci diceva: “Fatevi venire almeno una seconda idea perché la prima assomiglia sempre a uno stereotipo”»
• «Amo gli errori: un attore che sbaglia a darti una battuta, un vuoto di memoria,
un inciampo nel binario della cinepresa, è la vita che si fa beffa delle prove, del preconfezionato. Detesto gli attori
che interrompono un ciak dicendo “scusate, ho sbagliato”. Vaffanculo! Non hai sbagliato, sono solo cambiate le regole, accetta la sfida
che quel binario fra i piedi ti lancia. Ecco, è così che mi diverto, l’ho imparato dai bambini, che quando giocano s’impegnano, s’incazzano, ridono ma guai a chi interrompe il gioco».



POLITICA «Sono dispiaciuto ma io non sento di appartenere ad alcuna generazione, ad alcun
esercito, a nessun gruppo di stile o di tendenza. Siamo tutti individualisti
che cercano di caricare le proprie schede personali».



VIZI «Fosse per me farei più figli che film» • «Siamo come i coniugi Blair. Sembra che solo loro e solo noi si abbia il coraggio
di fare un quarto figlio. In un altro ambiente sarebbe normale. Nel nostro no.
Appare un gesto rivoluzionario».