Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
CASSON
Felice Chioggia (Venezia) 5 agosto 1953. Magistrato. Nel 2005 candidato sindaco di
Venezia per il centrosinistra (sconfitto al ballottaggio da Cacciari) • «Il pm “rosso” di Peteano, Gladio e del Petrolchimico. Figlio di pescatori, stopper della
Nazionale magistrati, tifoso del Milan, ma soprattutto indagatore implacabile
dei misteri d’Italia, dalla strage di Peteano alla scoperta di Gladio, dall’incendio della Fenice al processo del Petrolchimico» (Roberto Bianchin) • «Laurea con lode in Giurisprudenza a Padova con tesi sul sequestro penale, da
studente Casson simpatizzava per la sinistra, non quella extraparlamentare però. Se gli chiedete chi sceglie tra Rifondazione, Ds e comunisti italiani vi dirà che non ha mai avuto una tessera in tasca. Se guardasse indietro, Felice Casson
si vedrebbe ragazzo, chino sulle carte della strage di Peteano (vicino a Gorizia nel 1972: un’esplosione uccise tre carabinieri. Accadeva due settimane dopo l’assassinio del commissario Calabresi - ndr), fino a scoprire la Gladio, una struttura parallela ai servizi di sicurezza
collegata con la Nato. Salvo una breve parentesi da giudice istruttore è sempre stato dalla parte della pubblica accusa, dalle morti per intossicazioni
al Petrolchimico all’incendio della Fenice quando portò il sindaco Cacciari (poi assolto) sul banco degli imputati» (Monica Guerzoni) • Furibondi attacchi di Cossiga, indignato per la sua inchiesta su Gladio, che
arrivò a definirlo «efebo di Venezia» e «fumisterie sessantottine» le indagini • «Non ho mai militato in un partito, né in una corrente della magistratura. Trovai che i due accenditori a strappo che
innescarono l’autobomba di Peteano venivano da un nascondiglio di Gladio. Cossiga si scatenò. Poi un anno dopo raccontò tutto su Stay Behind» (da un’intervista di Aldo Cazzullo) • Ha criticato la nomina di Borrelli a capo dell’ufficio indagini della Fgic (giugno 2006, a seguito dello scandalo Moggi).