Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
CARDINALE
Salvatore Mussomeli (Caltanissetta) 20 giugno 1948. Politico. Laureato in Giurisprudenza,
eletto alla Camera per la Dc nell’87 e nel 92, per il Ccd-Cdu nel 96, per la Margherita nel 2001, per l’Ulivo nel 2006. Ministro delle Comunicazioni nei governi D’Alema I e II e nell’Amato II • «Come deputato non ha mai brillato. Terzo nella graduatoria degli assenteisti,
con un tasso pari all’87,94 per cento [...] Pur di farsi citare dai giornali sarebbe capace di
presentarsi al Consiglio dei ministri in sella a uno dei suoi adorati cavalli.
[...] A Mussomeli, dove è nato nel cuore della Sicilia e dove ha acquistato dai principi Spadafora una
magnifica riserva di caccia, lo chiamano Turune, testardo. Ma è vero solo a metà. Quando si mette in testa una cosa diventa sul serio irremovibile. Ma solo fino
al giorno successivo, quando immancabilmente cambia idea. Chi lo conosce
racconta che è sempre stato così. Il padre, aiuto ufficiale giudiziario, lo voleva avvocato. E lui lo è diventato. Ha perfino vinto una causa. L’unica della sua folgorante carriera, secondo la Repubblica: c’era di mezzo un’accusa di abigeato e il pretore onorario chiamato a giudicare si chiamava
Pierino Imperia, ricchissimo notaio di Mussomeli e futuro suocero di Totò. Ma poi si è buttato in politica. E anche qua ha dimostrato che la coerenza non è tra le sue virtù. Quando la Dc si è dissolta sotto i colpi di Mani pulite e lui è rimasto a casa dopo due legislature a Montecitorio, il premuroso Mastella gli
ha procurato un posto di consigliere all’Inpdap, dove nonostante due anni di permanenza lo ricordano solo per una dotta
dissertazione sulle differenze tra le selle inglesi e quelle americane. Eppure
quando Mastella ha litigato con Pier Ferdinando Casini fondando l’Udr, Totò è stato tranchant: “è una corte dei miracoli”. Dieci giorni dopo aveva cambiato idea: dell’Udr era diventato addirittura capogruppo alla Camera» (Stefano Livadiotti).