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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

CAPOSSELA

Vinicio Hannover (Germania) 14 dicembre 1965. Cantante. Autore • «Chi l’ha seguito nel corso della sua carriera - iniziata nel 1990 con l’album All’una e trentacinque circa - sa che un cruccio ha sempre turbato i placidi sonni di Vinicio: quello di
essere considerato dapprima un clone del grande Paolo Conte, e poi un’imitazione nostrana di Tom Waits, il poeta maudit della California. Accuse
ingiustificate, in realtà, visto il caleidoscopico scintillìo di invenzioni, ispirazioni e partecipazioni che l’artista ha messo in piedi da un bel po’ di tempo a questa parte» (Roberto Gatti) • «Ho scritto canzoni d’amore e di vita, a volte autobiografiche e a volte no. Ho preso a prestito
musiche di altri, prime fra tutte quelle della Kocani Orkestar di Macedonia. Ho
suonato insieme a Cesar Stroscio quella tipica musica d’assenza che è il tango, ovviamente di Annibal Troillo. Ho sonorizzato al pianoforte un
classico del film muto come Tempi moderni e curato l’immaginario musicale di Scatafascio, la trasmissione tivù di Paolo Rossi. Tutto questo con il fine di dar vita alla mia personale
concezione della musica: che è come una catena di gente che cerca di spegnere un incendio passandosi il
secchio di mano in mano» • «La cosa che ascolto di più della musica italiana è la musica classica, l’opera lirica, il barocco. Invece, in termini di canzoni, ho avuto un rapporto
diretto, approfondito, con Matteo Salvatore. Per altre, sono legato ad alcuni
pezzi di alcuni autori, per esempio: Estate di Bruno Martino. La mia difficoltà è stata scrivere in italiano, perché non avevo presente modelli. Col tempo si scopre, si parte da molto lontano e ci
si avvicina a tutto».