Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
CALLIGARIS
Novella Padova 27 dicembre 1954. Ex nuotatrice. Già in piscina dall’età di quattro anni, esordì in Nazionale a quattordici e ottenne il primo dei suoi 76 titoli italiani. A
quindici anni, nel 69, stabilì il primo dei suoi 21 record europei. Va ricordata perché nonostante fosse esile e minuta non era certo intimorita dalle statuarie rivali
tedesco-orientali e statunitensi quando, nel 72, in occasione delle Olimpiadi
di Monaco di Baviera, conquistò la finale dei 400 metri stile libero e si classificò seconda; giunse inoltre terza negli 800 metri stile libero e nei 400 metri
misti. L’anno successivo, a Belgrado (9 settembre 73), divenne campionessa del mondo
negli 800 metri stile libero; in quell’occasione stabilì il primo record mondiale nella storia del nuoto italiano (8’52’’97). Vinse inoltre cinque medaglie ai Campionati Europei. Chiuse la sua carriera
a soli diciannove anni
• «Ero un motorino, supplivo con la velocità a una taglia non possente. A 13 anni a mezzo mi ritrovai a nuotare contro il
mondo, ero arrabbiata perché la piscina mi toglieva vita, amicizie, occasioni. Bubi Dennerlein per spronarmi
mi faceva allenare con gli uomini. Non erano contenti nemmeno loro, perché non volevo farmi battere. E alle sei di mattina era dura. Io se la gente mi
riconosceva per strada dicevo: si sbaglia, non sono io» • 9 settembre 1973, giornata storica per il nuoto azzurro: «La finale si disputò la domenica pomeriggio. C’erano le solite due americane: e Keena Rothhammer, che Novella adorava, era la
campionessa olimpica di Monaco. C’era di nuovo la colossale Gudrun Wegner, quella che metteva paura soltanto a
pronunciarne il nome. In mezzo le due piccolette, Novella e l’altra americana Jo Harshbarger. E furono proprio loro a fare la gara, stroncando
sul ritmo la Wegner, che poi fu bronzo, e la Rothhammer, che finì fuori del podio. Novella nuotava feroce a 36 cicli di braccia per vasca, in
virata non perdeva, come usava fare, contro un’avversaria bassetta come lei. Prese la testa ai 300 metri, ai 500 aveva un
secondo e mezzo di vantaggio, e “speravo che finisse, le vasche non passavano mai”, disse poi. Ai 700 il vantaggio era ai due secondi e mezzo, tutta la tribuna
tifava per lei, non soltanto gli italiani. Toccò gli 800 con il nuovo primato del mondo, 8’52’’97, la Harshbarger arrivò in 8’55’’56, 5-6 metri più dietro» (Aronne Anghileri)
• «Ai miei tempi non c’erano i mezzi per smascherare il doping, che era molto evidente. Mi privò di qualche medaglia, ma almeno come atleta rimasi sempre una donna “possibile”. Fragile, gracile, normale. Insomma come tante» • «Il giorno che chiamai mia madre Nella, per dirle che avevo fatto il Mondiale,
era a teatro e mi rispose: “Ti sei appena persa un balletto di Béjart”».