Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BUZZANCA
Lando (Gerlando) Palermo 25 agosto (25 settembre? 24 agosto?) 1935. Attore • Si trasferisce a Roma a 16 anni. Per campare fa il cameriere, lo scaricatore di
mobili, la comparsa. Lanciato da Germi in Divorzio all’italiana (61), poi grande protagonista della commedia all’italiana, dove ha di preferenza interpretato le parti del maschio italiano
seduttore/stallone (Il magnifico cornuto, Il merlo maschio). Non ha avuto la parte di Mangiafuoco nel Pinocchio di Benigni perché Benigni gli ha rifiutato il nome in locandina • «Aveva inventato una frase sgrammaticata che ripeteva a non finire nei suoi
varietà al fianco di Delia Scala. Quel “mi vien che ridere” che divenne tormentone negli anni Settanta e che era, ed è ancora oggi, un po’ il suo stato d’animo nei confronti dell’esistenza» (Claudia Carucci) • Negli anni ha avuto problemi per le sue convinzioni politiche, apertamente di
destra: «Il mio grande amore è stato Almirante, ma anche Fini non mi dispiace. Della scena politica di oggi mi
piacciono Andreotti e D’Antoni, un siciliano della vecchia provincia, carico di energia» • «Buzzanca è sempre stato uomo di destra, amico degli Almirante, schierato quando schierarsi
era rischioso. Ma innanzitutto è un grande artista, cui Pietro Germi aveva dato dignità di maschera anche se le pagine degli spettacoli l’hanno sempre considerato un caratterista. Carmelo Bene, che aveva fatto l’accademia con lui, ne parlava con ammirazione. Solo i grandi come Buzzanca e
Pingitore affrontano l’avanspettacolo, si cimentano con la facilità della risata che è in realtà complicatissima; non a caso Bene preferiva Peppino a Eduardo» (Pietrangelo Buttafuoco)
• Improvvisamente scoperto anche dalla stampa di sinistra quando nel 2005
interpreta - nella fiction di Raiuno Mio figlio - un commissario di polizia che scopre di avere un figlio gay • Nel 2004 con Ciprì e Maresco in Come inguaiammo il cinema italiano, documentario sulla vita di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia • Ha sorpreso tutti prima delle politiche 2006 dichiarando che, mentre avrebbe
sostenuto come sempre An alla Camera, avrebbe votato Ds al Senato per far
passare il suo amico Gianni Borgna, «persona splendida» (poi non eletto). Su questo è stato attaccato da Luca Barbareschi, altro attore di destra: «“Che pena quelli che ti devono dire Veltroni è bravo, Gasbarra pure, e che Fini gli piace, e però anche un sorriso a Rutelli, un saluto a Bertinotti e alla Bonino. Patetici”».