Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BUY Margherita Roma 15 gennaio 1962. Attrice • «Per tanto tempo è stata l’icona dell’inquietudine e della fragilità - la Gelsomina - del nuovo cinema italiano anni Ottanta e Novanta» (Paolo D’Agostini) • «Sono nata e cresciuta in una famiglia “normale”, primogenita di tre femmine
BUY Margherita Roma 15 gennaio 1962. Attrice • «Per tanto tempo è stata l’icona dell’inquietudine e della fragilità - la Gelsomina - del nuovo cinema italiano anni Ottanta e Novanta» (Paolo D’Agostini) • «Sono nata e cresciuta in una famiglia “normale”, primogenita di tre femmine. Papà, un dirigente dell’Unità sanitaria locale, era un uomo rigido, inflessibile e strenuamente attaccato alle regole. Mamma stava a casa, si occupava di noi. Siamo cresciute al quartiere Coppedé, tra questi palazzi di fiaba con i pinnacoli e le torrette, un rifugio per i turisti. Ho frequentato il liceo scientifico: un posto terribile, quasi nazista. Gli anni della scuola non sono certo stati i più felici della mia vita, le materie scientifiche non facevano per me. Avevo sempre voglia di scappare, ma papà teneva più alla matematica che a tutto il resto. Era medico e pensava che la scienza avrebbe dovuto contagiarmi. Mamma ci lasciava libere, papà no. Spesso usava toni sprezzanti rispetto a qualsiasi scelta facessimo le mie sorelle e io. Abbiamo tre caratteri diversi ma la stessa incapacità di autostima: forse di questo dobbiamo ringraziare lui, anche se non gliene voglio [...] Ho iniziato a studiare recitazione per caso. Ma forse no, non so. è tutta colpa di Andrea Camilleri, sì lo scrittore. Sua nipote era una mia compagna di scuola, la moglie mi dava ripetizioni di latino. Entrare nel suo appartamento soffocato di libri sugli scaffali e impilati sul parquet, mi ha folgorata. Camilleri era docente all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, ne ho sentito parlare da lui e ho cominciato a pensarci. Ci pensai a lungo, tentai l’esame ma non venni ammessa. Ho studiato per un anno in una scuola privata e l’anno dopo ce l’ho fatta. Uscita dall’accademia sono andata a vivere con il mio fidanzato, Sergio Rubini, che poi è diventato mio marito. Ci siamo sposati nel 1991, sì credo fosse proprio il 1991...» • Nel 1993 la separazione. Intanto però la Buy aveva interpretato, proprio con Rubini, il film La stazione per il quale aveva ricevuto il Nastro d’argento e il David di Donatello. Il debutto nel mondo dello spettacolo era avvenuto a teatro con alcune commedie di Umberto Marino (l’autore del testo da cui era stato tratto La stazione) e al cinema con La seconda notte di Nino Bizzarri • «La vedova emotivamente bloccata (Il più bel giorno della mia vita), la moglie tradita con un gay (Le fate ignoranti), la borghese repressa alle prese con una storia di sesso improbabile (Controvento), la suora tormentata (Fuori dal mondo), la mamma stroncata da un destino crudele (Incompreso), la ragazza tutta ansie e fobie (Maledetto il giorno che t’ho incontrato) che rivelò al grande pubblico il suo sguardo spalancato sul mondo e un talento innegabile. Ma, nello stesso tempo, le cucì addosso l’etichetta di eterna insicura, di donna impacciata, di antidiva timida fino al parossismo, in perenne conflitto con il mondo aggressivo e ultraesibizionista del cinema» (Gloria Satta) • «Ho sempre lavorato con registi che erano anche amici, o figure di primo piano nella vita privata: come Rubini, Piccioni. Da una parte ne sono orgogliosa, questo fatto mi ha dato una grande sicurezza e mi ha permesso di crescere insieme a persone care» • «Non sono stata alle regole imposte dal mio mestiere. La mia ribellione, ieri come oggi, è fare il contrario di quello che la gente si aspetta da me. Sei un’attrice, allora devi andare alle feste: io me ne sono sempre tenuta alla larga, anche a costo di farmi prendere in giro per la mia riservatezza. Devi avere il cosiddetto “stilista di riferimento”: e io vado in giro vestita come capita, chi se ne frega del look… Devi coltivare la visibilità: ma continuo a rifiutare le “ospitate” in tv. Un’altra trasgressione che mi sono sempre concessa è dire no al successo facile, alle offerte più scontate”» • «Nel lavoro all’inizio vai avanti senza capire quello che sta succedendo, ti dicono sembri questo o quello ma non è che tu hai in mano la situazione. Io poi non ho proprio coscienza di me, capisco poco le cose che mi succedono. Poi hai delle delusioni, crolli di stima verso te stessa, senti che sei manipolata. E entri in crisi» • Ha vinto un altro David per Fuori dal mondo (99), un altro nastro per Le fate ignoranti (2001), Nastro e David come non protagonista per Caterina va in città (2004). Ultima interpretazione ne Il Caimano di Nanni Moretti, per il quale ha indossato a Cannes un abito di Armani lungo e nero • Attualmente sposata con lo pneumologo Renato De Angelis. Hanno una figlia, Caterina, nata nel 2001.