Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BUTTIGLIONE
Rocco Gallipoli (Lecce) 6 giugno 1948. Politico. Laureato in Giurisprudenza, laurea
honoris causa dall’Università Cattolica di Lublino. Docente universitario, prorettore dell’Accademia internazionale di filosofia del Liechtenstein, consultore della
Pontificia commissione justitia et pax e della Pontificia accademia delle
scienze sociali. Ha militato in Comunione e liberazione. Deputato dal 94, già segretario del Ppi, poi del Cdu. Ministro per le Politiche comunitarie nel
Berlusconi II. Ministro dei Beni Culturali nel Berlusconi III. Nel 2006 è stato eletto al Senato (Udeur). Nelle amministrative del 29 maggio è stato candidato dal centrodestra alla carica di sindaco di Torino. Battuto da
Chiamparino, che ha raccolto il 66 per cento dei voti contro il suo 28
• Mandato da Berlusconi a Bruxelles a fare il commissario (ministro) della
Giustizia del presidente Barroso, dovette sottoporsi, come da regole, all’interrogatorio degli altri commissari, a cui si chiedeva di esprimere su di lui
e sugli altri membri dell’esecutivo un parere consultivo (la fiducia successiva a Barroso sarebbe stata
invece vincolante). I commissari lo bocciarono, insieme ad altri sei candidati.
Buttiglione, che rispondeva a ciascun commissario nella sua lingua (dunque in
francese, inglese, tedesco e spagnolo), fu giudicato severamente per la sua
risposta sugli omosessuali alla commissaria liberaldemocratica olandese Sophia
In’t Veld: «Considero l’omosessualità un peccato, ma non un crimine», frase a cui la socialista olandese Edith Mastenbroek replica: «Lei ci chiede di votare a favore facendo un atto di fede». Enorme polemica sui giornali e definitiva decisione di bocciarlo quando
Buttiglione, pochi giorni dopo, dichiara ai giornali che le madri single «non sono buone». Al posto di Buttiglione, Berlusconi mandò Franco Frattini
• Protagonista di tutti i cambiamenti che attraverso una serie di scissioni e
aggregazioni porteranno dal Partito Popolare Italiano, di cui Buttiglione era
segretario, all’Udc. Se ne fornisce qui una cronologia:
1995 - Buttiglione è segretario del Partito Popolare, vuole collocare stabilmente il partito a
destra, gli si oppone Gerardo Bianco, si arriva a una scissione concordata in
un’ora e mezzo di colloquio a Cannes, hotel Royal Mandalie-la-Napaule. Tra l’altro i due spezzoni si riconoscono reciprocamente il diritto a proclamarsi
eredi politico-culturali della Dc. A Buttiglione resta il diritto di usare il
simbolo del partito, a Bianco quello di adoperare il nome Partito Popolare
Italiano (che era quello scelto da don Sturzo nel 1919). Il 23 luglio,
Buttiglione dà vita alla nuova formazione, nominata Cdu, Cristiani Democratici Uniti. Il
governo in carica al momento è quello di Dini.
• 1996 - Il Cdu di Buttiglione si allea con il Ccd di Casini e Mastella (vedi).
Vanno insieme alla elezioni di aprile adoperando il simbolo dello scudo
crociato. Perdono e stanno all’opposizione, senza avere un’alleanza organica con Berlusconi colpevole di aver stipulato un accordo con
Pannella. Al congresso di luglio, Buttiglione viene confermato segretario e
Formigoni viene eletto presidente.
• 1997 - A febbraio Buttiglione rompe l’alleanza col Ccd, accusato di essere troppo vicino al centrosinistra. I
parlamentari del Cdu confluiscono nel gruppo misto.
• 1998 - Buttiglione stringe un rapporto federativo con l’Udr, la nuova formazione di Cossiga (vedi). Aderisce all’Udr anche Mastella. Formigoni si oppone, sostenendo che l’idea della nuova alleanza è quella di sostenere il centrosinistra. Chiede al Consiglio Nazionale del
partito la testa di Buttiglione e non la ottiene (66 voti contro 64). Si va
quindi alla formazione di un gruppo unico Cdu-Udr che si dichiara pronto a
sostenere Prodi se al governo verranno a mancare i voti di Bertinotti.
Formigoni esce allora dal Cdu (4 giugno), fonda il Cdl (Cristiani Democratici
per la Libertà) e aderisce a Forza Italia. Il 9 giugno Buttiglione diventa presidente dell’Udr mentre il Cdu diventa un’associazione politico-culturale. L’Udr appoggia poi il governo D’Alema.
• 1999 - Cossiga lascia l’Udr e si iscrive al gruppo misto, Mastella rompe con Buttiglione e fonda l’Udeur, Buttiglione ricostituisce la Cdu, si presenta alle europee (2,1%) e a
luglio ritira l’appoggio a D’Alema, premendo, insieme a Casini, su Berlusconi perché rompa il patto con Pannella.
• 2000 - La Cdu sta col Polo e partecipa con successo alle regionali (2,8%, ma in
Molise e in Calabria più del 6,5%).
• 2001 - Partecipa alla fondazione della Casa delle libertà (13 maggio), organizza liste del Biancofiore in comune con il CCD di Casini.
• 2002 - Il 6 dicembre Cdu, Ccd e Democrazia europea (vedi D’ANTONI Sergio) si fondono nell’Udc (Unione dei Democratici cristiani e Democratici di Centro). Buttiglione in
quel momento è ministro per le Politiche comunitarie e viene eletto presidente della nuova
formazione. Segretario è Marco Follini • «Erede di una famiglia di militari che gli ficcò in testa valori d’altri tempi, cresciuto leggendo Marx, Horkheimer e Topolino, approdò alla fede grazie a don Giussani, il fondatore di Cl. Del quale il giovane
Rocco, che si vanta d’essersi laureato senza studiare giacché a ogni esame gli bastava “guardare la bibliografia avendo già letto tutto”, divenne uno dei teorici. No al divorzio, no all’aborto (“Per noi la revisione della 194 è più importante della devolution” con un grande sforzo culturale che porti “alla reintroduzione della sanzione penale”), no ai profilattici a scuola contro l’Aids (“Chi li vuole li può trovare in farmacia ma venderli nelle scuole è contrario ai principi cattolici. Il messaggio da inviare ai giovani è che l’astinenza oltre a essere l’unico modo per evitare pericolose malattie come l’Aids è un valore importante che prepara al matrimonio”), no alla facoltà decisa dall’Europa di scegliere una festività settimanale diversa dalla domenica, no alle nozze gay (“ Il matrimonio è la protezione della madre. Dove non c’è madre non c’è matrimonio”), no alla concessione alle coppie omosessuali delle case popolari, concedibili
invece alle coppie di fatto eterosessuali (“Le coppie gay non sono stabili. Infatti l’Aids è tra loro così diffuso anche per la tendenza alla promiscuità”), no al “Gay Pride” a Roma, no alla riforma della scuola con un anno di approfondimento sul
Novecento (“Ai nostri ragazzi si dirà che il fascismo era tremendo, che il nazismo lo era di più, ma si dirà loro anche che il comunismo, tutto sommato, andava bene”), no al modernismo che ha segnato “buona parte del cattolicesimo politico”» (Gian Antonio Stella)
• «Moglie, quattro figlie, oltre a diversi congiunti collocati strategicamente nei
gangli dell’informazione tv. La sorella maggiore, Angela, è attualmente direttore della testata regionale della Rai. La sorella minore,
Marina, è vaticanista al Tg5. Il cognato Tommaso Ricci, marito di Marina, è capo della cultura al Tg2. [...] Buttiglione ama teneramente apparire,
esternare, concedersi, meglio se la domenica pomeriggio e in maniche di
camicia, alle telecamere dei tg. Qualsiasi cosa scrivano di lui, non se la
prende quasi mai, fedele al motto: si parli anche male di me, purché se ne parli. Odia solo la fama di gola profonda dei consigli dei ministri e
delle altre riunioni riservate che qualche detrattore gli ha cucito addosso» (Barbara Jerkov)
• «Allievo prediletto di Augusto Del Noce, fautore di un pensiero forte,
contro-rivoluzionario, alla De Maistre, però pizzicato fuori-onda da Striscia la notizia mentre inciucia con Tajani e si gratta con noncuranza un calzino. Poi chiede un
miliardo di risarcimento alla Fininvest. Un sali-scendi culturale, un
dentro-e-fuori esistenziale, un alto-e-basso entro cui si collocano le premesse
simboliche e cognitive della vita pubblica di questo tempo. La lotta al
relativismo e la candidatura a Funari; gli appunti presi direttamente in
tedesco e le cene elettorali con il suo capo della segreteria, a nome Catone;
la cattedra nel Liechtenstein, il sigaro di potere tra le labbra e l’incontro con Valeria Marini, che gli fa: “Oh sì, complimenti, a scuola la filosofia era la mia materia preferita!”. Anche la sua. Ma da filosofo, come ha scritto una volta Michele Serra, “egli deve aver deciso che non bastava studiare l’Enigma: bisognava incarnarlo”. E così è stato, sempre in piena onestà. L’uomo non ha vizi “maggiori”, come diceva Andreotti. è intelligente e brillante, se vuol esserlo. Non è avido. Sa che il potere è provvisorio, e che siamo tutti appesi a un filo» (Filippo Ceccarelli)
• Forte fumatore di sigaro. «Le due più grandi trasgressioni della vita del professor Buttiglione sono state una tazza
di mate (bevanda colombiana che qualcuno colloca tra le droghe leggere) e un
voto a favore del governo D’Alema (uomo politico che Berlusconi classifica tra i bolscevichi pesanti). Per
il resto, non gli si conosce una scappatella e nemmeno un parcheggio in doppia
fila. è un uomo pio, un sincero devoto, dal quale solo la puzza del sigaro tiene
lontano l’odore di santità» (Sebastiano Messina).