Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BUTTAFUOCO
Pietrangelo Catania 2 settembre 1963. Giornalista. Scrittore. Nel 2005 ha avuto un grande
successo con il romanzo Le uova del drago. Celebre una sua intervista a Norberto Bobbio in cui convinse il filosofo ad
ammettere di essere stato fascista • «Ragazzotto missino fino al 1994 e che tuttora dice di sé: “Mi sento più siciliano che democratico”» (Andrea Marcenaro) • «Fascista non lo sono mai stato. Quanto alla democrazia faccio un appello alle
parole dell’unico vero interprete della democrazia esistente in Italia, Carmelo Bene:
sostiene che “la democrazia è condominiale”, cioè viene bene per rifornire d’acqua calda tutto il caseggiato» • «“A me la destra sta stretta. Diciamo che sono cattivo”. In verità il solco gliel’ha tracciato Leo Longanesi, e la sua spada lo difende con estrema efficacia. Non
polemizza, staffila» (Santi Urso) • «La destra di Buttafuoco è quella — agli antipodi di An tanto quanto la sua Sicilia è distante dall’isola di Camilleri — dell’ardito armato, del legionario bisessuale, di Giò Stajano prototravestito, di Burri, Tumiati, Berto e Niccolai prigionieri in
Texas nel Fascist Criminal Camp che per sfregio non imparano una parola di
inglese, di personaggi odiosi di cui però il romanziere avverte e talora restituisce il fascino: dallo squadrista Ettore
Muti “ucciso dai carabinieri come Pinocchio” alla protagonista delle
Uova del drago, Eughenia Lembach, dea guerriera dell’eros, a metà tra gli amori di Venere con Marte e Helga la belva delle Ss. Ha iniziato su un
quotidiano semiclandestino, Il Secolo d’Italia, firmandosi con un nome se possibile più terribile del suo, Dragonera. Poi ha proseguito con una piccola rubrica
intitolata con understatement Il riempitivo, in cui scriveva cose fascistissime
ad esempio contro i girotondi (“a cosa servono tante mani allacciate quando ne basta una sola per impugnare il
santo manganello?”) sul Foglio. Giornale che deve avergli perdonato il passaggio a Panorama, visto
che ha lanciato
Le uova del drago prima con una recensione del direttore Giuliano Ferrara, poi con una lunga
serie di interviste entusiaste. Prima ancora che Luca Canali salutasse sull’Unità l’avvento a destra di “un cantore di alto livello letterario”, spingendosi a evocare Céline, Pound e Drieu de la Rochelle, il primo a elogiare Buttafuoco su un
giornale di sinistra è stato Francesco Merlo, per quanto scettico sul pedigree politico del suo
concittadino (“si è sentito dare del fascista tante volte, anche dagli amici, da convincersi di
esserlo davvero”)» (Aldo Cazzullo)
• «Davvero sarebbe nero nero? Nerissimo, dicono tutti. Eppure, nell’intervista choc a Norberto Bobbio, anno 1999, dopo avere indotto il maestro dell’azionismo torinese a un clamoroso coming out sull’“eravamo tutti fascisti e ci vergognavamo di dirlo”, di fronte alla domanda del filosofo, “mi spiega perché è fascista?”, lo spudorato rispose: “Professore, confessione per confessione, io non sono fascista. Sono altro”» (Edmondo Berselli)
• «Ho amato lo scandalo di chi gioca da fascista in questo dopoguerra perché è stata la prospettiva più inedita da dove ho potuto fare altro, diventare altro, per leggere e studiare
in orizzonti altrimenti inaccessibili».