Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BUSSOTTI
Sylvano Firenze 1 ottobre 1931. Inizia lo studio del violino prima dei cinque anni. Al
conservatorio di Firenze studia armonia e contrappunto con Roberto Lupi e
pianoforte con Luigi Dallapiccola • Interrompe gli studi, senza conseguire alcun titolo, a causa della guerra in cui
trova le prime tracce della propria omosessualità: «Da ragazzetto ricordo i soldati alleati che pagavano i giovinetti per una pompa
fra le macerie. Lì ho intravisto un mio parente stretto guadagnarsi una stecca di sigarette» • Dal 1949 al 56 continua gli studi da autodidatta, nel 54 con Prosperi,
Bartolozzi, Benvenuti, Smith-Brindle fonda Schola fiorentina, congrega
artistica di musica contemporanea. Dal 56 al 58 si sposta a Parigi, dove
frequenta i celebri corsi di Max Deutsch («era rimasto colpito dal fatto che in una delle mie composizioni avessi
introdotto i camapanacci di mucca») e conosce Pierre Boulez. Il musicologo Heinz-Klaus Metzger lo conduce poi a
Darmstadt, la Città delle scienze tedesca dove conosce Karlheinz Stockhausen e soprattutto John
Cage, che lo introduce nel movimento Fluxus e con cui va a funghi (di cui Cage
era un grande esperto: su questa materia nel 58 aveva persino preso parte a
Lascia o raddoppia?): «Eravamo amici, veniva sempre da mia zia per farsi ripassare cinquanta nomi di
funghi in latino». Nello stesso anno, in Germania, inizia l’attività pubblica con l’esecuzione delle sue musiche da parte del pianista David Tudor. A Parigi, la
cantante Cathy Berberian, diretta da Boulez, esegue alcuni suoi brani. In
seguito lavora con Theodor W. Adorno, da cui riprende l’idea di “frammento ininterrotto”, e trascorre un biennio (1964-65) negli Stati Uniti
• La sua musica suona come «uno sfogo ingordo di voluttà incontrollate e condotte a estenuarsi fino a una specie di liquefazione, in
fondo alla quale gemono smaniose nostalgie» (Fedele D’Amico) • In cinquant’anni di attività ha scritto numerose composizioni, tra cui Due voci (1958), Sette fogli (1959), Rara Requiem (1969-1970), I semi di Gramsci (1967-70), Dai, dimmi su! (1978), Madrelingue (1996), Mozartiane 1 e 2 (2005-2006). Numerose le opere teatrali, tra cui La Passion selon Sade (1965), Lorenzaccio (1968-1972), il balletto Bergkristall (1973), Nottetempo (1976), Phèdre (1988), L’ispirazione (1988). Tra le ultime composizioni, Rebus bene gestis presentato nel marzo 2006 al Teatro Comunale di Firenze ed eseguito dall’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, direttore Roberto Abbado. Ha
pubblicato per le principali case discografiche: Universal, Moeck, Bruzzichelli
e Ricordi. Artista eccentrico e polivalente, è stato di volta in volta interprete, pittore, letterato, scenografo, regista,
costumista, attore • Nato per iniziativa sua e di Paolo Grassi presso il Teatro alla Scala di Milano
nel 1976, il BussottiOperaBallet (B.O.B) si è stabilito nel 1984 presso Genazzano (Roma), dove hanno sede le sue due scuole
principali, lo Studiomusica e lo Studiodanza, diretti rispettivamente da lui e
dal coreografo Rocco. La passione per la pittura, assimilata dal fratello Renzo
e dallo zio materno Tono Zancanaro, si rispecchia nelle partiture, annotate con
stile personalissimo («Un manoscritto di Bussotti è già un’opera totale: il concerto incomincia dall’apparato grafico che ha il compito di trasmettere il programma», Roland Barthes). Per quanto riguarda gli scritti, da ricordare
I miei teatri (Novecento, 1982), Moda e Musica (Idea Libri, 1984) e Disordine alfabetico (Spirali, 2002), oltre alle poesie raccolte in Non fare il minimo rumore (Girasole 1997) e Letterati ignoranti (Quaderni di Barbablù, 1986) di chiaro sapore omoerotico: «Ragazzi nel bar. Ragazzi che sanno / menare bene il culo e che lo danno, / più torbido di birra l’aspro sperma / spandono e a litri e tornano in caserma». Legatissimo a Sandro Penna, «che ho tanto musicato e mi fu amicissimo», e ad Aldo Braibanti, ha dedicato alla sua musa, Rocco, il racconto Calligrafia di un romanzo. Uno e Due nella raccolta Peccati veniali (Coniglio Editore, 2004). Gay. La guida italiana in 150 voci (Mondadori, 2006) ha dedicato a Bussotti una voce immortalandolo in quel di
Palermo, nel 1965, quando interpreta il kapellmeister nella sua Passion selon Sade e «manovra con altrettanta disinvoltura la bacchetta o la frusta» dirigendo musiche di Bach «piagate d’erotismo» • Ha ricoperto diversi incarichi, tra cui la direzione artistica del Teatro La
Fenice di Venezia, del Festival Pucciniano di Torre del Lago e della sezione
Musica della Biennale di Venezia (alla quale una volta invitò Moana Pozzi, con cui lavorò anche in tv) • Ha insegnato composizione e analisi alla Scuola di Musica di Fiesole ed è stato perito del tribunale nel processo Albano Carrisi-Michael Jackson. Vive
tra Milano («L’unica città italiana che sembri europea»), Parigi (dove un giornalista gli storpiò il nome con la y e dove è stato insignito del titolo di Commandeur de la Légion d’honneur) e Firenze.