Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BRUSON

Renato Este (Padova) 13 gennaio 1936. Baritono • Studi al conservatorio di Padova con Elena Fava Ceriati. Esordio nel 61 al
Teatro Sperimentale di Spoleto (fa il Conte di Luna nel Trovatore). Debutto al Metropolitan nel 68 sempre col Trovatore, cui fece seguito Lucia di Lammermoor, alla Scala nel 72 con Linda di Chamounix, al Covent Garden nel 76 con Un ballo in maschera (faceva Renato, sostituì Piero Cappuccilli) • Specialista in Verdi e Donizetti. «Baritono verdiano non come si intendeva, o meglio, si fraintendeva negli anni
Cinquanta e Sessanta. Ma baritono verdiano come inteso e voluto dal compositore
stesso» (Christian Springer) • Nel 1963, dopo un’audizione alla Scala, gli dissero: «Bruson, lei canta molto bene ma non possiede personalità» (Pippo Orlando) • «Un veneto che però sembra avere preso un po’ del tono frizzante e deciso delle terre del Lambrusco» (Claudia Provvedini) • «Sono stato fortunato, ho trovato direttori d’orchestra e registi che hanno compreso e assecondato le mie intenzioni, spronato
a migliorarmi. Ho ricordi bellissimi di studio, di riflessioni: negli anni
1964-65, per esempio, con Tullio Serafin nel Ballo in Maschera, fu una concertazione, la sua, sapiente, da grande vecchio. Poi vennero
Antonino Votto, Molinari Pradelli e altri autorevoli direttori. Ricordo con
grande affetto i giorni in cui fui ospite di Tito Gobbi: andai per chiedergli
consigli interpretativi e lui mi tenne con sé ben sette giorni. Erano consigli preziosi, spero di averne fatto tesoro. Oggi
lavoro con giovani artisti, che potrebbero essere tutti miei figli, ma
pochissimi vengono a chiedere consiglio. Ogni volta che capita, rispondo con
gioia, come fosse mio dovere. Peccato, i giovani di oggi sono spaesati, a volte
supponenti, ansiosi di fare tutto e di riuscire in pochi mesi a conquistare le
scene, pronti a inseguire facili guadagni, ma la carriera si fa sapendo opporsi
a coloro che non sanno, rifiutando opere che danneggiano la nostra voce, anziché aiutarla. Anche alcuni direttori hanno le loro colpe. A Vienna recentemente ce
n’era uno che non mi piaceva. Non basta andare a tempo, il direttore che non
interviene o ha poco da dire non è un buon direttore. Per non parlare di alcuni registi che in teatro dettano
legge. Come si fa ad aprire il sipario sul
Ballo in Maschera e vedere tutti i personaggi seduti su dei water? Tutti vogliono stravolgere.
Stupire, distruggere, conta soltanto l’immagine. è gente che non ama il teatro» • Ha sposato la costumista Tita Tegano, che gli ha dedicato il libro Quarant’anni recitar cantando, ricco di vecchie foto (Editoriale Pantheon, 2001). Vivono tra Roma e Este.
Senza figli.