Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BRUNI Michela Foggia 2 gennaio 1979. Modella. Valletta del Processo del lunedì 99, figlia di un ufficiale dei carabinieri (Biscardi) o di un diplomatico in servizio in Cina (Cesare Lanza), alta 1,78 senza tacchi, capelli corvini, misure da pin-up, vista anche al fianco di Renzo Arbore, poi testimonial dell’amaro Gocce Imperiali preparato nell’abbazia di Piona da padre Andrea e padre Sergio, infine, nel febbraio 2002, arrestata dai carabinieri di Rho per sequestro di persona ed estorsione, insieme al fidanzato e al manager
BRUNI Michela Foggia 2 gennaio 1979. Modella. Valletta del Processo del lunedì 99, figlia di un ufficiale dei carabinieri (Biscardi) o di un diplomatico in servizio in Cina (Cesare Lanza), alta 1,78 senza tacchi, capelli corvini, misure da pin-up, vista anche al fianco di Renzo Arbore, poi testimonial dell’amaro Gocce Imperiali preparato nell’abbazia di Piona da padre Andrea e padre Sergio, infine, nel febbraio 2002, arrestata dai carabinieri di Rho per sequestro di persona ed estorsione, insieme al fidanzato e al manager. Avevano picchiato un broker colpevole di averli truffati. Carriera finita due mesi dopo quando i carabinieri la coinvolgono in una storia di sfruttamento della prostituzione e i giornali spiegano che aveva concesso «i suoi favori a un ricco sceicco del Dubai, in cambio di straordinarie somme di denaro» (Cesare Lanza). Difesa a spada tratta da Francesco Merlo: «Può una ragazza di ventitré anni, bella, riservata, elegante, affittare il proprio corpo a uno sceicco, capitalizzare e investire sulla lascivia di un principe islamico che mitizza la bionda europea, può spillare spregiudicatamente centomila euro in cambio di qualche carezza senza doverne poi rendere conto pubblicamente, sui giornali e in tivu, senza diventare insomma la preda della più bavosa morbosità collettiva, senza subire la lapidazione mediatica, che alla fine, equivale a quella lapidazione fisica che il mondo islamico riserva alle prostitute?»