Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BOSCONO

Maria Carla Roma 20 settembre 1980. Modella. «In principio era Olivia. Sì, la chiamavano così, perché era tanto magra e dicevano anche che era bruttina. Accanto a Braccio di Ferro,
va bene. Ma sulle copertine di Vogue, tra le dieci modelle più importanti del mondo, contesa da tutti i grandi stilisti, chi l’avrebbe mai detto? Invece, ha vinto la sua sfida dimostrando che, se vengono
provocati, con i Brutti Anatroccoli non si scherza e anche i cigni di più alto lignaggio al confronto possono fare una figuraccia. “Olivia, comunque, è molto simpatica. Con la sua personalità, perché non potrebbe finire sulle pagine delle riviste di moda?”, chiede. Lei c’è riuscita, eccome. Con l’autoironia e una ferrea determinazione. è diventata il simbolo della bellezza italiana dopo Carla Bruni, Monica Bellucci
e le romane Isabella Rossellini e Simonetta Gianfelici. Dice il suo agente
Piero Piazzi, della Paolo Tomei Models, che l’ha seguita fin dai primissimi passi: “è tenace, ha un carattere formidabile. Non ha mollato neanche quando il fatto di
essere italiana era uno svantaggio”. Racconta Maria Carla: “All’inizio nessuno era disposto a scommettere un centesimo su di me. Mia madre era
convinta che, dopo le prime sfilate a Milano, saremmo ritornati a Roma a
riprendere la vita di prima. è stato allora che mi sono impuntata, ho tirato fuori la mia grinta e ho deciso
che sarei andata avanti”. Come nelle favole, il miracolo poi si è compiuto. Intensa, autentica, inconfondibile, Olivia-Maria Carla è piaciuta a tutti. Maghi dell’immagine, stilisti incontentabili, redattrici di moda snob. Stregati, sedotti,
pazzi per lei. “Per gli show di Parigi o Milano”, dice, “posso fare settanta sfilate a stagione. Riesco a dormire tre ore a notte per
dieci giorni. Uno stress... Recupero dopo, isolandomi dal mondo e dormendo per
una settimana filata”. Con le foto, il successo è stato forse ancora più clamoroso. Copertine sulle riviste più ambite come Vogue e Interview, servizi su Harper’s Bazaar e Numero, Elle e Marie Claire, Dutch e Mixt(e). Tra i tanti re dell’obiettivo, il suo preferito è senza dubbio Bruce Weber, con il quale ha lavorato per il Calendario Pirelli
2003. “è un maestro, anche di testa e di cuore”, dice con uno slancio che non ammette dubbi. “Ha il potere di creare sul set una speciale magia”» (Massimo Di Forti).