Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BOSCONO
Maria Carla Roma 20 settembre 1980. Modella. «In principio era Olivia. Sì, la chiamavano così, perché era tanto magra e dicevano anche che era bruttina. Accanto a Braccio di Ferro,
va bene. Ma sulle copertine di Vogue, tra le dieci modelle più importanti del mondo, contesa da tutti i grandi stilisti, chi l’avrebbe mai detto? Invece, ha vinto la sua sfida dimostrando che, se vengono
provocati, con i Brutti Anatroccoli non si scherza e anche i cigni di più alto lignaggio al confronto possono fare una figuraccia. “Olivia, comunque, è molto simpatica. Con la sua personalità, perché non potrebbe finire sulle pagine delle riviste di moda?”, chiede. Lei c’è riuscita, eccome. Con l’autoironia e una ferrea determinazione. è diventata il simbolo della bellezza italiana dopo Carla Bruni, Monica Bellucci
e le romane Isabella Rossellini e Simonetta Gianfelici. Dice il suo agente
Piero Piazzi, della Paolo Tomei Models, che l’ha seguita fin dai primissimi passi: “è tenace, ha un carattere formidabile. Non ha mollato neanche quando il fatto di
essere italiana era uno svantaggio”. Racconta Maria Carla: “All’inizio nessuno era disposto a scommettere un centesimo su di me. Mia madre era
convinta che, dopo le prime sfilate a Milano, saremmo ritornati a Roma a
riprendere la vita di prima. è stato allora che mi sono impuntata, ho tirato fuori la mia grinta e ho deciso
che sarei andata avanti”. Come nelle favole, il miracolo poi si è compiuto. Intensa, autentica, inconfondibile, Olivia-Maria Carla è piaciuta a tutti. Maghi dell’immagine, stilisti incontentabili, redattrici di moda snob. Stregati, sedotti,
pazzi per lei. “Per gli show di Parigi o Milano”, dice, “posso fare settanta sfilate a stagione. Riesco a dormire tre ore a notte per
dieci giorni. Uno stress... Recupero dopo, isolandomi dal mondo e dormendo per
una settimana filata”. Con le foto, il successo è stato forse ancora più clamoroso. Copertine sulle riviste più ambite come Vogue e Interview, servizi su Harper’s Bazaar e Numero, Elle e Marie Claire, Dutch e Mixt(e). Tra i tanti re dell’obiettivo, il suo preferito è senza dubbio Bruce Weber, con il quale ha lavorato per il Calendario Pirelli
2003. “è un maestro, anche di testa e di cuore”, dice con uno slancio che non ammette dubbi. “Ha il potere di creare sul set una speciale magia”» (Massimo Di Forti).