Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BORZACCHELLI
Antonio Giugliano (Napoli) 10 novembre 1961. «Da sbirro è diventato onorevole e da onorevole sbirro è diventato ricco. Faceva soldi con le informazioni riservate: le vendeva e
ricattava. Rovistava negli archivi, spargeva paure, i suoi complici tremavano.
E pagavano. Poi lo maledivano: “è un bastardo, un terrorista bastardo”. Sparlavano di lui: “è uno scarafaggio”. Lo insultavano sempre: “è un vero cornuto”. Voleva soldi, tanti soldi. E case. E favori. E quote societarie. E ancora
soldi. Insaziabile, incontentabile, l’onorevole sbirro aveva in pugno perfino amici e prestanome del boss dei boss
Bernardo Provenzano. Spericolato. Ingordo. Protetto da una ciurma di spioni che
gli passavano notizie top secret su indagini antimafia e pentiti. Onorevole
sbirro in una Palermo impasto di politica e malaffare. Da una caserma alle
spalle del Teatro Massimo agli stucchi di Palazzo dei Normanni, dal reparto
operativo dei carabinieri all’Assemblea regionale, 4852 voti alle elezioni del 2001, lista del Biancofiore,
padrino politico il governatore della Sicilia Totò Cuffaro. Eccola la storia del maresciallo Antonio Borzacchelli, un passato di
indagini al di sotto di ogni sospetto negli antri più oscuri della pubblica amministrazione, e poi un doppio salto mortale verso il
parlamento siciliano e ambienti al confine tra “servizi” e Cosa nostra» (Felice Cavallaro).