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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BORSELLINO

Rita Palermo 2 giugno 1945. Farmacista. Sorella del giudice Paolo, ucciso dalla mafia nel 92 (strage di via D’Amelio). Nel 2006 candidata dell’Ulivo alla presidenza della Regione Sicilia e battuta dal candidato della Casa
delle libertà Totò Cuffaro • «Erede d’una dinastia di farmacisti conservatori, sorella di un magistrato vantato dalla
destra come eroe destrorso (“vergogna: è vero che giovanissimo era segretario del Fuan ma mio fratello rifiutava l’etichetta di destra da vivo, figuratevi da morto”), si sente una liberale e non nasconde di avere in gioventù votato per il partito monarchico. è riuscita a diventare a sessant’anni la Giovanna d’Arco, argentea ma salda, bella e gentile, di tutta la sinistra. Tutta: dai
rifondaroli ai verdi movimentisti, dai comunisti cossuttiani ai diessini (ad
eccezione di Mirello Crisafulli, il potente e discusso capo del partito di
Enna, che ha storto un po’ la bocca) fino ai no global. Nata e cresciuta alla Calza, uno dei quartieri
storici più degradati del capoluogo siciliano “abitato da gente misera ma perbene”, racconta di aver visto negli anni del sacco di Palermo “la deportazione di quella gente in quartieri mostruosi come lo Zen o il Cep.
Dove quel tessuto umano sano e dignitoso venne distrutto dalle scelte criminali
di Ciancimino e complici”. Cattolica osservante, descritta sul sito zuccherino dell’Unione come “semplicemente una donna, una mamma, una testimone”, salutata dai fedeli (che l’adorano da quando emerse quale simbolo di Libera, l’associazione di don Ciotti contro le mafie) come una condottiera che porterà alla vittoria del Bene sul Male, portata in giro per l’isola come una icona della Bontà, del Coraggio e della Grazia» (Gian Antonio Stella)
• «è nota la devozione per Padre Pio. è stata a San Giovanni Rotondo. Nel 99 percorse l’Italia al seguito della croce diretta a Roma per le Giornate mondiali della
gioventù, culmine del Giubileo. Quando non è in farmacia, poi, è nelle città italiane ed europee con la carovana antimafia. In memoria del fratello ha
scritto una canzone con il cantautore palermitano Rino Martinez, ricordando i
giochi da bambina a Villa Giulia (“Paulu criscìa cu l’amuri ’nt all’occhi e ’ntu lu cori pi ’sta terra...”) ma ponendo il veto all’uso della parola “eroe”: “Lui si sentiva una persona normale e così io lo racconto a chi me ne chiede”. Battagliò con i vicini di via d’Amelio che non volevano un albero commemorativo sotto casa. Nel maggio del 98
diede al Magazine del Corriere un’intervista critica verso Flick, ministro della Giustizia di Prodi, dopo la
sentenza della Consulta che invitava a temperare il carcere duro per i mafiosi» (Aldo Cazzullo).