Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BORATTO
Caterina Torino 15 marzo 1915. Attrice. Ha esordito nel cinema in Vivere! (37) di Guido Brignone accanto a Tito Schipa, con cui ebbe un’intensa storia d’amore. Tra i suoi film più famosi Campo de’ Fiori (43) di Mario Bonnard, 8 e 1/2 di Federico Fellini (63), Giulietta degli spiriti (65) di Fellini, Io, io, io... e gli altri (65) di Alessandro Blasetti, Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) di Pier Paolo Pasolini, Primo amore (78) di Dino Risi, Il mondo nuovo (81) di Ettore Scola, Claretta (84) di Pasquale Squitieri, Amici miei atto III (85) di Nanni Loy • Volto mitico del cinema dei telefoni bianchi, bellezza diafana e regale,
chiamata a Hollywood dalla Mgm dopo il successo di Vivere! Qui incontra Scott Fitzgerald, Marlene Dietrich, Spencer Tracy, Lana Turner,
Dorothy Parker, ma non gira neanche un film perché scoppia la guerra. Torna a Torino e ha una grande storia d’amore col conte Guidi di Romena, tragicamente interrotta dalla morte di lui in
un incidente aereo. Gli amici del cinema (De Sica e la Rissone, il produttore
Peppino Amato) la aiutano ingaggiandola per Campo dei Fiori. Difficile rapporto con Anna Magnani. Gira poi Il romanzo di un giovane povero e ha una breve storia con Amedeo Nazzari. Ha un fratello partigiano (Renato),
un altro, Filiberto, le muore a Cefalonia (la divisione Acqui, nonostante si sia arresa senza condizioni, viene sterminata
dai nazisti che vogliono vendicare il voltafaccia dell’8 settembre - ndr.). Si rifugia nella clinica Sanatrix di Armando Ceratto, a Torino.
Ceratto la sposa, ma, secondo quanto racconta la figlia Marina (che ha
raccontato la vita della Boratto in una biografia pubblicata da Simonelli) si
tratta di «un matrimonio di guerra, affrettato e difficile, mentre la clinica è trasformata in un rifugio per partigiani di Giustizia e libertà e feriti di ogni fazione. Vi si ritrovano Valletta, i fratelli Rivetti, Sandro
Fiorio» • Dopo la guerra Fellini le fa interpretare Otto e mezzo e Giulietta degli spiriti. Da lì ricomincia una carriera cinematografica assolutamente dignitosa, ma che non ha
più i caratteri divistici di quella anteguerra.