Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BONAMI
Francesco Firenze 1955. Critico d’arte. Direttore della Biennale di Venezia nel 2002. Famiglia toscana. Solidi studi di
Architettura all’università negli anni Settanta, un esordio da pittore senza particolari successi, e la
decisione di dedicarsi alla carriera di curatore di mostre d’arte contemporanea. È il 1987 quando si trasferisce a New York, dove ben presto diventa
corrispondente di Flash Art, la più importante rivista italiana del settore. Una scelta che all’inizio appare rischiosa ma che si rivela fortunata: sei anni dopo viene chiamato
da Achille Bonito Oliva a curare una sezione di Aperto, il settore della
Biennale di Venezia dedicato agli emergenti. Bonami presenta le opere di un
gruppetto di giovani americani come Charles Ray, Matthew Barney e Gabriel
Orozco, che diventano subito delle star internazionali, insieme alle
installazioni ironiche e dissacranti di Maurizio Cattelan. Dopo Aperto, prende
il volo: gli americani gli riconoscono un fiuto da
talent scout e lo chiamano a curare, per esempio, la Biennale di Santa FÈ, poi lo nominano curatore a Chicago, nel 1998. Ma anche l’Italia apre le porte al “curatore globetrotter”. Firenze gli offre la direzione di Pitti Immagine Discovery. A Torino viene
chiamato dalla collezionista Patrizia Sandretto Re Rebaudengo per dirigere la
sua fondazione. Consacrazione nel 2001, quando cura alla Tate Modern di Londra
la grande mostra storica dedicata al movimento dell’Arte Povera
• Scrive su Vanity Fair, mostrando notevoli capacità divulgative e una certa predilezione per le stroncature.