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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BLANDINI

Mario Napoli 20 giugno 1934. Procuratore generale di Milano (dal 2002). «“La giustizia si nutre di silenzio” (San Bonaventura): se deve scegliersi un motto è questo che preferisce. Lontano mille miglia da quel “Resistere, resistere, resistere” che il suo predecessore pronunciò davanti a un pubblico plaudente. E infatti lo dice subito: “Francesco Saverio Borrelli è una persona; io sono un’altra”. Prima consigliere di Corte d’appello e poi, dal 93 al 98, capo dei gip a Milano. Quando approdò in quel ruolo, rimasto per diverso tempo vacante, si era in piena Mani pulite e
a lui non piacque il sistema del “giudice unico” che seguiva tutte le inchieste di quel filone: “Il gip è un giudice autocrate che non può far parte di un pool - disse - se un pm mi chiede chi è di turno io gli rispondo ‘presenta la pratica e lo saprai’”. Così quando Italo Ghitti, “il gip di Mani pulite” passò al Csm, fece ruotare le assegnazioni anche di quelle inchieste. Un
atteggiamento che gli costò polemiche ma che non cambiò mai. Anzi, decise di installare in ufficio una macchina obliteratrice per
rendere ancora più automatica la distribuzione delle inchieste: avrebbe timbrato con data e numero
progressivo ogni pratica presentata dai pm, che sarebbe finita ai gip
semplicemente in base alla loro turnazione» (Susanna Marzolla)
• «In Corte d’appello era considerato un fedelissimo di Piero Pajardi, andreottiano, per
lunghi anni presidente della Corte d’appello, dimessosi nel novembre 93 dopo l’arresto per corruzione di Diego Curtò, un altro dei magistrati a lui più vicini. Con Pajardi condivideva la robusta fede cattolica (entrambi erano
considerati vicini all’Opus Dei) e la militanza in Unicost, la corrente di centro della magistratura» (Luca Fazzo).