Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BISCEGLIA
Francesco Laurignano (Cosenza) 6 novembre 1937. Frate. Noto anche come “padre Fedele”. Arrestato ad inizio 2006 per violenza carnale: una suora lo accusava di cinque
stupri avvenuti all’interno dell’Oasi Francescana di Cosenza (un centro d’accoglienza per diseredati, fondato dallo stesso Bisceglia) e sosteneva che
padre Fedele non avrebbe agito da solo (stupro di gruppo). Trasferito agli
arresti domiciliari nel convento dei Frati Cappuccini di Belvedere Marittimo, è stato scarcerato il 15 maggio 2006. I difensori sostengono che le accuse non
sono credibili: due dei cinque stupri sarebbero avvenuti quando padre Bisceglia
non era a Cosenza. Esami medici attesterebbero che il frate, a causa di una
malattia alla prostata, è impotente. Il religioso tuttavia non è stato prosciolto e il processo, allo stato dei fatti, sarà celebrato
• «Missionario in Africa e capo ultrà rosso-blu, fustigatore di benpensanti e confessore di prostitute, fondatore di
centri sociali e difensore d’emarginati. In Calabria conoscevano padre Bisceglia anche per i suoi eccessi.
Tre lauree e linguaggio “colorito”, il prete negli anni aveva conquistato le cronache per il suo inusuale modo d’interpretare il Vangelo. Capo degli ultrà del Cosenza, nel 2004 divenne persino presidente della squadra di calcio, nel
vano tentativo di salvarla dal fallimento. Stazionava spesso ai semafori con i
lavavetri per distribuire il Vangelo agli automobilisti. Nel 2000 è stato artefice della presunta conversione della pornostar Luana Borgia» (Giuseppe Baldessarro)
• «Barba bianca, saio marrone spesso attraversato dalla sciarpa rossoblù del Cosenza, viso rubizzo e occhi incendiari, lingua sciolta. Laurea in
Filosofia e Teologia, presa alla Cattolica con Mario Capanna compagno di studi.
Poi in Biologia e in Medicina, perché i poveri hanno bisogno di medici e a furia di sgobbare sui libri padre Fedele
poteva offrirne uno in più. Padre Fedele non è persona facile, lavora per conto di Dio e a Dio rende conto: per gli altri sono
parole brusche - se gli vai contro - o dolci, ma allora devi essere disposto ad
aiutarlo davvero, una mano sul cuore e l’altra sul portafogli. A meno che non rientri nella categoria a cui padre Fedele
dà tutto: i disperati» (Marco Sodano).