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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BISCARDI

Aldo Larino (Campobasso) 26 novembre 1930. Giornalista. Sportivo. «Cerchiamo di non provocare scintille polemiche, altrimenti si sollevano
polveroni che intorbidano le acque».



VITA Celebre per il programma televisivo Il processo del lunedì divenuto poi Il processo di Biscardi (in onda comunque sempre di lunedì). «Il Processo nasce da una domanda precisa che mi sono fatto: che cazzo ci faccio
con ’sto giornalismo qua, io che sono abituato al giornalismo vero, passionale?» • Iniziò sostituendo il fratello Luigi (dal 96 al 2001 deputato del centrosinistra,
eletto come esponente della società civile: si occupò con Luigi Berlinguer della legge sulla parità scolastica): «Era corrispondente della Gazzetta e io presi il suo posto quando lui vinse il
concorso per archivista di Stato e dovette trasferirsi a Mantova. Io mi
dividevo con Napoli, studiavo Legge e diventai corrispondente per il Molise e l’Abruzzo, facevo pezzi sul Pescara strapaesano, pieno di giocatori del posto. Era
il 49. Due anni dopo, passò a Napoli Felice Chilanti, aveva appena lasciato il Corriere per Paese Sera. Non
so come, mi chiamò: “Vediamoci in Galleria, nella redazione di Paese Sera”. Mi chiese di scrivergli una presentazione di Napoli-Juve, la lesse e mi
promosse collaboratore fisso. Nel 52-53 ricevevo uno stipendio di 18.000 lire,
ne pagavo 16.000 di pensione e, quando venne a trovarmi mio padre, chiesi a
tutti di non dirgli che guadagnavo così poco e lui se ne tornò contento. È il 56: Antonio Ghirelli lascia Paese Sera per protesta dopo la crisi dell’Ungheria e io lo sostituisco come capo dello sport. Il più giovane nella categoria. Il resto, tv eccetera»
• «Sono nato a Larino, in provincia di Campobasso, Urbs Princeps Frentanorum, città principe dei frentani. Quando andai a Roma a prendere il posto di Ghirelli a
Paese Sera, me la menavano coi burini. Io ricordavo che noi frentani abbiamo
messo i romani sotto le forche caudine: quelli per passare si sono abbassati e
noi li abbiamo sodomizzati» • A Paese Sera, oltre a essere responsabile dello sport, segue in particolare la
Roma e la Nazionale. Già allora certe sue espressioni («...Amleto, protagonista dell’omonima tragedia...») fanno epoca: i suoi articoli ritagliati vengono affissi sui muri della
redazione e sottolineati • Nel 1979, nel quadro delle assunzioni decise per la creazione della terza rete
(di area comunista) passa alla Rai, dove gli viene affidata la responsabilità dello sport. Qui, nel 1980, vara Il processo del lunedì (il primo anno però la trasmissione È condotta da Enrico Ameri, che ne ha sempre rivendicato la paternità). Secondo quello che racconta lo stesso Biscardi, il titolo Il processo discende da una prefazione di Gianni Rodari a un suo libro di storia dello sport
in cui il grande favolista sosteneva che Biscardi «parlava di calcio come se si trovasse a un processo». La formula della trasmissione È quasi da subito quella che ne garantirà un successo più che ventennale: opinionisti di vario tipo discutono di calcio con la foga e gli
argomenti che si adoperano normalmente nelle discussioni al bar. All’inizio degli anni Ottanta non s’era ancora visto in tv niente di simile. In seguito il genere dilagò. Con l’uscita di Angelo Guglielmi dalla direzione di Raitre, Biscardi traslocò il suo programma prima a Telepiù e poi (dal 1996) su Telemontecarlo, in seguito divenuta La 7, di cui È stato direttore per lo sport. Nel maggio 2006 sue telefonate con Luciano Moggi
e di questi con l’arbitro Fabio Baldas, che al
Processo curava la moviola e che si mostrava piuttosto succube alle richieste di Moggi,
indussero la proprietà della rete (Telecom, Tronchetti Provera) a sospendere trasmissione e direttore.
Biscardi potÈ realizzare due puntate in sua difesa e la seconda di queste (15 maggio 2006)
segnò il record di rete con il 6,8 per cento di share. Ha poi definitivamente
traslocato sul circuito 7 Gold • Nel 2000 ha avuto la meglio in una querela non perché avesse ragione, ma perché, secondo il giudice, «la credibilità oggettiva del Processo È ritenuta assai bassa». Dunque la trasmissione andava assimilata più a uno spettacolo di varietà che a un programma di informazione sportiva: «Ne deriva che la credibilità dell’informazione offerta e la conseguente attitudine di questa a essere, in ipotesi,
idonea a ledere l’altrui reputazione sono oltremodo inconsistenti» • Ha intervistato papa Wojtyla: Aldo Biscardi - Luca Liguori Il papa dal volto umano Rizzoli, 1979.



FRASI Biscardi È un celebre creatore di “frasi matte” (Bartezzaghi), cioÈ di nonsense involontari: «Abbiamo fatto questo pingo-pongo per svirilizzare gli animi troppo accesi in
questa contesa», «È una notizia importante, per radio la possono vedere tutti», «A nome di tutta l’umanità chiediamo che venga catturato, magari anche durante Il Processo, quell’assassino di Bid Ladden», «Siamo inabissati di e-mail», «La sequenza filmata della pornostar che si È esibita nuda allo stadio di Piacenza non È pronta. Gli operatori la stanno ancora montando»; «Dove giocherà Baggio l’anno scorso?», «Dobbiamo andare con il piede per terra», «Per favore, parlate solo due o tre alla volta», «Al Milan hanno negato un rigore piramidale», «Non ci sarà più un duello a due», «L’Inter fa bene o male a cacciare Vieri? Sì o no?», «Stasera al
Processo le polemiche fioccano come nespole», «Alla gente interessa del mandorlone, parliamo di doping».



COMMENTI «Il più grande surfista di notizie di ogni tempo, capace di diventare egli stesso
notizia mentre l’onda si arrotola, oggetto e soggetto a un tempo delle sue trasmissioni. Geniale» (Maurizio Crosetti) • «Il personaggio ormai È al di là di qualsiasi confronto e analisi, basta la rapida lettura delle sue frasi
storiche e di quelle più recenti. Ma per chi volesse di più, c’È un irresistibile documento, una lunghissima intervista che lui concesse a
Giulia Santerini di Radio Capital e la cui trascrizione (reperibile su
internet) procura godimento assoluto, con passaggi da lacrime agli occhi tanto
più nei momenti seriosi: confrontare il suo racconto di quando andò in Vaticano per un’intervista al Pontefice, “Ma il Papa non si trovava, era in cucina con delle suore polacche che gli
avevano preparato dei dolci”. E tempo dopo, quando tornò a un’udienza, Wojtyla prima lo squadrò a lungo cercando di ricordare chi fosse e poi gli chiese: “Lei È americano?”»
• «Biscardi ha creato uno stile, originato imitatori, imposto un modo di concepire
lo sport, dato vita a un indotto rigonfio di insperati e generosi gettoni di
presenza. Più di Brera, che poteva contare solo su schiere di maldestri imitatori, Biscardi È riuscito a dare una veste teorica al suo giornalismo. Non letteraria, teorica.
Che È questa: chiunque può dire ciò che vuole, sostenere qualsiasi tesi senza bisogno di doverla argomentare» (Aldo Grasso)
• Ha scritto Michele Serra: «Per un parodista alle prime armi, quale ero alla metà degli anni Ottanta, Biscardi era la cavia ideale. Il suo apocrifo fu tra i
primi che scrissi per il Tango (inserto satirico dell’Unità - ndr) di Sergio Staino. Bastava calcare (ma neanche troppo) sui tratti già quasi autoparodistici del lessico biscardiano, gonfio di retorica superlativa e
sovraccarico di enfasi complimentosa. Per Biscardi ogni ospite era
graditissimo, ogni intervista straordinaria, ogni sponsor amicissimo, ogni
dichiarazione importantissima. I nessi logici e sintattici per tenere insieme
questa inesauribile catena di encomi erano abbastanza precari. Esempio (mio): “Nella cornice straordinaria dell’Hotel Mariuccia di Frosinone, in collegamento diretto concesso grazie al nostro
amico sbonzor, ospiti senza precedenti, nell’intenzione cordiale del momento, sportivamente rinnovando il plauso sempre
convinto, pur nella diversità delle opinioni, felicemente insieme, buonasera all’amico Frango Melli e a quel grande campione indimenticabile che È De Dominicis, mediano del Padova, e ancora grazie, un bell’applauso”. Trovai giusto aggiungere alla poderosa corona di abbellimenti biscardiani
anche un aggettivo di mia invenzione, “eccipuo” (in questo eccipuo momento, buonasera a tutti) che piacque assai a Beniamino
Placido. Lo scrisse, sostenendo che eccipuo, pur essendo apocrifo, era il più biscardiano degli aggettivi».



POLITICA Viene dal Pci e fu preso in Rai in quota comunista. «Non ho mai avuto un rapporto con la politica, neppure con quelli della mia
parte. Posso comunque riconoscermi il merito di aver svolto un ruolo attivo nel
successo di Michele Santoro. Ero a Raitre quando nacque Samarcanda, inventata da Curzi e Giovanni Mantovani, capo degli esteri al Tg3. Nei primi
tempi era noiosa, piatta, non andava oltre le seicentomila di audience. Allora
dico: perché non fate una specie di processo coi politici?».