Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BIONDI
Alfredo Pisa 29 giugno 1928. Avvocato. Politico. Senatore di Forza Italia. Eletto deputato già nel 68 e poi nel 79, 83, 87, 92 (sempre col partito Liberale), 94, 96, 2001
(con Forza Italia). È stato ministro delle Politiche comunitarie, dell’Ambiente, di Grazia e Giustizia (col primo Berlusconi). «Non sono un anticomunista viscerale, sono un anticomunista razionale. E in molte
cose sono d’accordo con loro» • «Liberale doc che milita in Forza Italia. Avvocato, difendeva Gigliola Guerinoni.
È un uomo allegro, anche un po’ goliarda, di improvvise arrabbiature e rapidi oblii. È stato ministro della prima Repubblica e della seconda, vicepresidente della
Camera, segretario del Pli. È inseguito da una fama, immeritata, di bevitore e, meritata, di battutista» (Claudio Sabelli Fioretti) • Se tutti sono liberali, perché il Pli È morto? «Non ha resistito alla questione morale. Al congresso di Genova, ero segretario,
dissi: “Avete trasformato un partito di ideali in un partito di affari e forse di
malaffare”. Persi la segreteria» • «Il cuore ce l’ho a sinistra, ho fatto parte di governi di centro-sinistra. Quando ero d’accordo con Craxi non mi sono mai omogeneizzato alla teoria lib-lab. Un liberale
rifulge di più nel centro-destra. A sinistra rischi di apparire un utile idiota. In realtà non sei idiota ma nemmeno utile» • Famosa la volta che fece piangere Rosy Bindi: «Rivolta a me, aveva fatto un gesto come per dire: siete dalla parte di quelli
che hanno i soldi. Io, dimenticando il mio ruolo, dissi che certe pasionarie
fanno ridere. Si scatenarono tutti. Perfino il Facis. Quello bello... sempre
vestito Facis... il comunista... Folena. Mi venne incontro mostrandomi il
pugno. Io gli dissi: “Attento te, perché io sono stato campione di boxe e ti butto giù la protesi”»
• Fama di ubriacone: «Ero ministro e dissi una vecchia battuta: “Un tempo gli avvocati dicevano ai figli: ‘Studia, altrimenti da grande farai il Pm’”. Purtroppo era presente Stefano Marroni, della Repubblica, che lo scrisse come
se fosse un’intervista. E successe il finimondo. Gli scrissi: “Cose del genere nemmeno durante il fascismo. L’Ovra spiava, ma non diceva che erano interviste”. Borrelli si arrabbiò. Disse una frase brutta: “Biondi ha parlato ad un’ora pericolosamente tarda della sera”. Da allora...».