Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BINDI Rosy (Rosaria Bindi) Sinalunga (Siena) 12 febbraio 1951. Politico. Dell’Ulivo. Docente universitario
BINDI Rosy (Rosaria Bindi) Sinalunga (Siena) 12 febbraio 1951. Politico. Dell’Ulivo. Docente universitario. Dall’83 all’89 è stata consigliere nazionale e vicepresidente dell’Azione cattolica italiana. Dal 75 all’80 consigliere comunale di Sinalunga, nell’89 è stata eletta per la Dc al Parlamento europeo. Membro del consiglio nazionale e della segreteria del Ppi, deputato dal 94, ministro della Sanità nei governi Prodi, D’Alema I e II. Ministro della Famiglia (senza porta­fo­glio) nel Prodi II varato all’indomani delle po­li­ti­­che 2006 (XV legislatura) • «Detestata dalla Cdl che la considera una terribile cattocomunista, rispettata ma talvolta guardata con inquietudine dai suoi stessi amici di partito che la considerano una tosta rompiscatole (“Questa ci farà perdere un sacco di voti” sussurravano alcuni di loro quand’era ministro della Sanità e tartassava le aziende farmaceutiche), è abituata ad attraversare gli eventi a passo di carica. Assistente del professor Bachelet dopo la militanza nelle Acli toscane, planò sulla Dc ai tempi della segreteria di Forlani, diventando eurodeputata, eletta in Veneto. Fu lei che, nel 92, scrisse il famoso “j’accuse” contro i corrotti della Balena bianca mostrando, dicevano in quei giorni gli “amici” dc, più intransigenza che carità cristiana. I talk show la invitavano in tv e, allora come oggi, davanti alla telecamera lei caricava a testa bassa l’avversario. In effetti, racconta Enzo Carra che per l’appunto la conosce dai tempi della segreteria Forlani e l’ha ritrovata nella Margherita, “della Bindi si possono criticare certi atteggiamenti, per esempio il suo pacifismo un po’ ultrà, ma è certo una che ci crede”. Tutto quello che di lei piace agli ulivisti, il rigore etico e il tacco basso comodo, quel suo vivere a Roma senza frequentare salotti mentre invece non perde una parrocchia toscana, un dibattito, una sagra popolare, la rende invece insopportabile “dall’altra parte”. Per Daniela Santanchè costituisce un’ottima ragione per rimanere di destra: “è seriosa, ma la serietà è un’altra cosa. Meglio mettersi i tacchi a spillo, allora, e non fare la mezza suora”» (Maria Latella) • Molto spesso insultata. Francesco Storace, davanti alle iscritte ad An «E non parliamo della Bindi, che non è neppure una donna...»: «Ho portato i calzettoni fino a sedici anni. Il che non mi impediva di andare alle feste. Ballare mi è sempre piaciuto. Da ragazzi, è vero, si tende al conformismo e un po’ mi è costato discostarmi dai modelli. Non è stato semplice attraversare le varie fasi della vita, i vari ambienti... Però i miei compagni di scuola erano gran signori, di piccoli Storace non ne ho mai trovati. In classe ero molto amata, e rispettata. Come rappresentante di classe prendevo voti a valanga. Una volta, avrò avuto 17 anni, uno della mia classe disse: “Certo, se la Bindi fosse bella quant’è intelligente, sarebbe miss Mondo”. C’era dell’affetto, nelle sue parole, mica del disprezzo. Mi intristisce dirlo, ma solo facendo politica ho incontrato persone che, per dirla con Arturo Parisi, più che uomini sono “maschi”. Ricordo ancora la battuta di Berlusconi a Brescia. Presentava la candidata di An, mi pare, e disse: “Mica come la Bindi, quella che è più intelligente che bella”. La politica è più barbara della società che dovrebbe rappresentare, non per niente marginalizza le donne che infatti l’abbandonano, fuggono» • Da ultimo. aggredita dal senatore di An Maurizio Saia: nel giorno in cui il secondo governo Prodi otteneva la fiducia alla Camera (23 maggio 2006), dichiarò che la Bindi è lesbica, quindi che non può fare il ministro della Famiglia. Redarguito con un «imbecille» da Gianfranco Fini, ha poi ammesso di aver detto una sciocchezza • «Non avrei nessuna difficoltà a dichiararmi omosessuale se lo fossi» • «Mia madre dice: “In questa società, come fai a non tener conto dell’immagine?”. Ma io ne tengo conto. A dieta mi ci metto, perché è una questione di salute e, detto fra noi, presumo anche di avere un mio stile, una mia eleganza, rispetto ai tacchi a spillo, alle ostentazioni che non sempre mi sembrano eleganti. La cura di sé è indispensabile, quello che non mi piace è trasformare attraverso l’immagine la verità di se stessi» • «è vero, non mi trucco, ma non ho niente contro chi lo fa: se vado in tv, anch’io metto il fondotinta, un po’ di rossetto» • «Ai girotondini piace molto per come parla, per come divide destra e sinistra, male e bene, progresso e regresso» (Antonello Caporale).