Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BIANCHI
Alessandro Roma 28 gennaio 1945. Politico. Iscritto al Pci sino allo scioglimento. Nel 2006
candidato con Pdci-Verdi (non eletto per 1800 voti). Ministro dei Trasporti
(Prodi II). Già rettore dell’Università di Reggio Calabria (dal 99), esperto di urbanistica. «Barba e capelli da post-chitarrista» (Corriere della Sera) • «Capelli lunghi e abbigliamento da sessantottino, ma con l’abitudine di fare il baciamano alle signore, a Roma da quarant’anni ha casa e moglie, Patrizia, casalinga, e a Roma studia il figlio Francesco,
Filologia classica alla Sapienza, due libretti di greco già pubblicati a 21 anni» (Roberto Di Caro) • Il padre, Manfredo, era pilota di caccia a Elmas in Sardegna, poi andò a fare l’elicotterista a Frosinone. «Alessandro arriva a Roma, dopo il classico, per laurearsi nel 70 alla Sapienza
con una tesi in Urbanistica. Calcolata lungimiranza o predestinazione, vi
sostiene che il bacino calabro ed est-siculo è perfettamente in grado di reggere, dopo quello di Cosenza, quell’ateneo di Reggio che di lì a qualche anno nascerà davvero e in seguito diventerà il suo feudo»
• Massimo Giovannini, che aveva con lui lo studio di Urbanistica a Roma: «Ci ha unito, dall’87, il lavoro sull’Atlante informatizzato dei beni architettonici e ambientali della Calabria, uno dei giacimenti culturali dell’allora ministro De Michelis: 11 miliardi, 90 dipendenti, quattro sedi, insomma
un lavorone. L’altro fu il coordinamento dal 93 al 98 del Piano territoriale della Calabria.
Scendevamo in gruppo da Roma una settimana sì e una no, in cuccette da sei» (Di Caro) • Da rettore di Reggio ha tentato in ogni modo di impedire la nascita dell’Università di Villa San Giovanni e della Dante Alighieri (per stranieri) nella stessa
Reggio • «Ho una cultura intrisa di meridionalismo. Qualsiasi intervento sul territorio
deve partire dal Mezzogiorno che si trova ancora in uno stato di isolamento
ottocentesco» • Appena insediato, ha dichiarato che il ponte sullo Stretto, pallino di
Berlusconi e opera a suo dire inutile, non si sarebbe mai costruito.