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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BIAGI Enzo Pianaccio (Bologna) 9 agosto 1920. Giornalista. Diciottenne comincia come cronista al Resto del Carlino; diventa professionista a 21 anni

BIAGI Enzo Pianaccio (Bologna) 9 agosto 1920. Giornalista. Diciottenne comincia come cronista al Resto del Carlino; diventa professionista a 21 anni. Dal 52 al 60, dirige a Milano il settimanale Epoca. In seguito collaborerà con La Stampa, la Repubblica, Corriere della Sera (dove scrive tutt’ora), Panorama. Nel 61, diventa direttore del Telegiornale; nel 69 cura Dicono di lei, un programma d’interviste a personaggi famosi. Tra le sue trasmissioni: Film dossier (82), Linea diretta (85 e 89), Il caso (88), Il fatto (dal 95). Ha pubblicato decine di libri • «Ho fatto il giornalista come si può fare il prete» • «Mio padre è morto giovane a 50 anni. Ci siamo passati accanto senza conoscerci. Non ho avuto il tempo di capire la solitudine di quest’uomo. Le grandi umiliazioni che aveva sofferto. E non trovo giustificazioni. Poi mia madre. è rimasta vedova a 45 anni. Per me era una vecchia. Io ne avevo già 22. Non ho mai immaginato che poteva avere un’altra vita. Non ci ho mai pensato. L’ho sempre vista vestita di nero» • «Ero a Parigi a intervistare Toni Negri e mia madre stava male, morì tirandosi su nel letto e allungando le braccia: “Dario, abbracciami, vengo”. Invocava mio padre. Io non c’ero. Ho avuto rimorso» • «Ho avuto uno zio fascista di Salò fucilato dai partigiani. Mio cugino Bruno era viceministro di Mussolini. Il mio antifascismo è stato una scoperta cinematografica e letteraria. Per me sono contati molto i film francesi, Renoir, tutta la visione di un mondo pessimistico, i racconti di Faulkner» • «Ragazzino, assunto nei giorni dell’invasione nazista della Polonia al Resto del Carlino, smascherava Cadranel, pseudo-fachiro che attirava folle emiliane in uno scantinato di Bologna per i suoi lunghi digiuni. In realtà mangiava di nascosto (zucchero e carne tritata, occultati nel manico di un cacciavite) e fu il primo scoop, con tanto di arresto del “mago” ovviamente sardo e men che mai indiano» (Paolo Conti) • «Ho deciso di diventare giornalista a tredici anni guardando la valigia di un inviato speciale con tante etichette di alberghi. M’attirava viaggiare, l’avventura, andare a cercare storie, anche se sono uno che non ama i viaggi. Non li amo in senso turistico. Non sono mai andato, per esempio, in America per vedere le Twin Towers o le cascate del Niagara. Io andavo in America per incontrare Malcolm X, per vedere due dei tre fratelli Kennedy. Ho preso il tè con Eleonora Roosevelt e sono andato a cena a Chicago con Enrico Fermi» • «Ho girato per il mondo, ma penso di non essermi mai mosso dalla piazzetta del villaggio dove sono nato» • «Sono un battezzato, ma non un praticante. Ho un rapporto costante con Dio e sono uno che prima d’addormentarsi recita un atto di contrizione per i suoi peccati» • «Lavoro molto. E vorrei essere creduto: mai avuto negri. Posso citare la risposta del grande romanziere viennese Musil? “Orario: 9-12,30; 16-19; talvolta anche di sera”. Io mezz’ora in più. Guadagno molto bene, ma ho un socio che come minimo incassa la metà di quel che porto a casa: lo Stato» • «Sono un signore abitudinario. Mi sentivo ripetere da mia madre: prima i compiti, poi i giochi. Ho giocato poco» • «Non sono un uomo buono per tutte le stagioni, sono buono per il mio mestiere» • «Una volta feci un pezzo su Bartali, un pezzo memorabile per la sua lirica stupidità. Cominciava: “La vecchiaia ha raggiunto Bartali ieri alle 14 e 27 sul Pordoi”. Mi ero lasciato ingannare da una crisi passeggera e avevo decretato la fine sportiva di Gino Bartali. Quello stesso anno Bartali mi dette una dura e silenziosa smentita vincendo il Giro di Francia. Ero stato stupido e supponente» • «Hanno scritto che io ho mollato Craxi perché non ho avuto la direzione del “Corriere della Sera”. è successo il contrario. Io non ho avuto la direzione del “Corriere”, come qualcuno può testimoniare, perché avevo attaccato Craxi. Comunque non è stato il dramma della mia vita» • Celeberrima una sua battuta su Silvio Berlusconi: «Se avesse le tette farebbe la presentatrice».