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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BIAGGI

Massimiliano Roma 26 giugno 1971. Motociclista. Fermo nel 2006 per la guerra fattagli dalla
Honda (che non aveva gradito i suoi continui insulti a moto e meccanici). Ha
esordito nel motomondiale nel 91, a 18 anni, dopo aver scoperto quasi per caso,
sulla pista di Vallelunga, di essere veloce in moto. La sua prima vittoria, in
250, arrivò nell’ultima gara della stagione 92 quando batté Loris Reggiani, primo “nemico” di una lunga serie. Una vittoria nel 93, poi l’esplosione: quattro mondiali consecutivi dal 94 al 97, tre su Aprilia, l’ultimo su Honda. Piegò Okada e Harada, Waldmann e Capirossi. Mentre in Aprilia cresceva il talento
Valentino Rossi, Biaggi sfidò re Doohan in 500 su una Honda privata: vinse la prima gara (record), poi una
squalifica lo tolse dalla lotta. Non seppe approfittare del vuoto lasciato dal
ritiro di Doohan. Subito dopo iniziò l’era Valentino Rossi
• «Andavo in motorino e mio padre mi aveva regalato la moto, una hondina 125, da
appena 20 giorni, ma neppure lontanamente pensavo alle corse. Daniele, un mio
amico che invece sapeva tutto del mondiale, mi chiese se volevo accompagnarlo a
girare a Vallelunga. Mi entusiasmai e chiesi di provare, ma non avevo l’attrezzatura. La comprai e dopo un mese eravamo ancora lì: finalmente giravo e mi divertivo. Gli altri mi davano consigli e io subito
riuscivo a migliorare moltissimo nei tempi, arrivando vicino ai più bravi. Così è scattata la scintilla: ho convinto mio padre a spendere i soldi per farmi
correre e mi sono iscritto al campionato Sport Production, quello per le moto
di serie. Mi entusiasmavo per tutto, sembrava una vacanza. Deve essere così. Altri avevano grandi camion e i meccanici per l’assistenza, mentre io, anche nell’anno del titolo, per le prime 4 gare usavo una moto della stagione precedente:
vincevo e gli altri continuavano a farmi smontare la moto per vedere se c’erano trucchi»
• «Era abituato da sempre ad avere i grossi titoli sui giornali, le interviste in
tv, le pagine dei rotocalchi che lo ritraevano in compagnia di donne
bellissime, i flirt con miss, modelle, attrici. Valentino Rossi, in fatto di
mass-media ottiene gli stessi risultati. Ma si rivolge a un pubblico
differente, fatto di giovanissimi, felici e scanzonati, che non prendono (e non
si prendono) mai nulla troppo sul serio. Insomma, l’esatto opposto del mondo di Max. Se a questo si aggiunge che Rossi in pista
vince usando le stesse armi di SuperMax, la frittata è servita. Biaggi sfotteva gli avversari, li irrideva, come fece con Harada in
Brasile nel 1994, anno del suo primo titolo mondiale in 250: in vantaggio di 15’’, si fece raggiungere dal giapponese, gli piroettò davanti e lo staccò di altri 10’’. Harada, a fine gara, buttò la moto ai box e lo andò a cercare. Lo fermarono in tempo. Oggi Rossi fa la stessa cosa con lui: lo
guarda negli occhi, lo saluta e se ne va. è un metodico, cerca sempre di avere la moto a posto in tutto. Valentino si
adatta: se la moto non va ci mette del suo, corre e vince. Con la Honda ebbe
subito un rapporto burrascoso, finendo per rovinare tutto» (Enrico Biondi)
• «Il problema di Valentino Rossi sono quelli che ha intorno, troppi cortigiani. E
poi i fan che vengono alle corse. Mi urlano addosso, gente aggressiva, il
motomondiale è sempre stato un’altra cosa. Che il paddock si divida lo trovo naturale, ma così è troppo, è militarizzato. Lui non saprà mai cosa vuol dire soffrire, prendere un mezzo inferiore e farlo crescere,
renderlo vincente. Lui è sempre salito sul carro del vincitore. Ha sempre avuto la moto migliore, i
migliori meccanici, le aziende più ricche. Da quando aveva 17 anni. Prendiamo il 1996: in 125 Stefano Perugini
vince con Aprilia tre Gp e rompe 8 volte la moto quando è con i primi. A Stefano voglio bene, ma non è proprio un fuoriclasse. L’anno dopo rendono l’Aprilia più affidabile, ma la mettono in mano a Rossi. E lui vince il mondiale. Andiamo
avanti. Rossi nel 98 prende l’Aprilia 250 che ho sviluppato io, ci ho vinto sopra tre mondiali. è per lui, Harada e Capirossi. E Rossi arriva secondo dietro Capirossi. L’anno dopo la stessa moto la danno solo a lui, così può prendere il titolo. E in 500? Gli mettono a disposizione la squadra storica
dell’azienda più ricca. Io nel 98 non potevo restare in Honda, l’azienda curava Doohan e a me dava gli scarti. Non potevo immaginare che il primo
pilota si sarebbe ritirato per un incidente» (da un’intervista di Corrado Zunino)
• «Biaggi c’est un champion, mais Valentino c’est un genie» (un giornalista francese) • «In ogni Gran premio voglio che ci sia mio padre. Perché se dovesse succedere qualcosa, voglio che lui sia lì. Per lui, non per me» • Ha fama di playboy (tra le sue tante conquiste, Naomi Campbell e Anna Falchi): «Magica parola, le donne. Se ci pensi in fondo, ma neanche tanto in fondo, noi
maschietti facciamo di tutto per loro. Siamo capaci di attraversare il mondo
per vederle, magari siamo capaci di litigare con un amico, sempre per loro. E
magari pure i più tosti diventano docili, docili, come agnellini. Insomma, ci rimbambiamo un bel
po’. E meno male!».