Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BETTIZA
Enzo (Vincenzo) Spalato (Croazia) 7 giugno 1927. Scrittore. Giornalista. È stato senatore per il Partito liberale italiano dal 76 al 79 e parlamentare
europeo dal 79 al 94. Nel 74 lasciò il Corriere della Sera per fondare insieme ad Indro Montanelli il quotidiano il
Giornale. Attualmente È editorialista della Stampa e di Panorama. Autore di numerosi libri di taglio
giornalistico, di saggi e di opere di narrativa, nel 96 ha vinto con il romanzo
Esilio il premio Campiello. È cresciuto nel crocevia di quattro civiltà, parlando tre lingue, croato, italiano e tedesco • «La mia famiglia faceva parte della aristocrazia mercantile già dai tempi di Venezia. Ma il padre del mio bisnonno sfruttò le grandi opportunità del periodo napoleonico, quando il duca di Ragusa promosse l’industrializzazione della zona. Ho ancora gli appunti di mio padre, un po’ joyciani dal punto di vista stilistico, tra italiano, dialetto veneto e altre
lingue, e le memorie in serbo-croato del fratello di mia mamma, che fu un
celebrato cantante d’opera. La prima lingua È stata il serbo-croato di mia mamma. Ma all’età di cinque, sei anni È intervenuto il papà, che pure parlava benissimo il serbo croato, col suo dialetto veneto. A 11 anni
ero già a Zara, per il ginnasio italiano. Insomma, nasco quasi trilingue, perché non bisogna dimenticare il tedesco. Per me era normale vivere così. Solo quando sono diventato un esule ho capito che ero cresciuto in un posto
molto complicato, e mi sono reso conto che era un ginepraio. Per me l’infanzia e l’adolescenza in Dalmazia furono un’epoca d’oro. Vivevo in una famiglia agiata, e in un ambiente naturale bellissimo. Un
paradiso perduto. Potevo diventare cittadino italiano, jugoslavo o austriaco. L’esilio ha fatto di me un europeo convinto» (da un’intervista di Mario Baudino)
• «Ho fatto il giornalista con e contro me stesso. Ho cercato di raccontare le
vicende dell’Europa» • «A vent’anni entra nel Pci, a ventuno ne esce. “Il mio comunismo È stato un morbillo giovanile”, racconta Bettiza, “sono un anticomunista competente. Di quelli che i comunisti temono di più”» (la Repubblica) • «A proposito del sodalizio con Montanelli: «Due teste dure, due grandi giornalisti ma anche due caratteracci, a dirla tutta.
Bettiza scommette su Craxi (nell’89 si candida anche all’Europarlamento con il Psi e viene eletto), Montanelli preferisce De Mita e
Spadolini. Quando inevitabilmente rompono, con il vecchio Cilindro non si
rivolgono più la parola per dieci anni. Nel 94 Berlusconi si dà alla politica attiva, Montanelli lascia il Giornale e il Cavaliere offre
proprio a Bettiza il timone di via Negri. “Mi fece un contratto così ambiguo che rifiutai”» (la Repubblica)
• Ha due figli con la giornalista Laura Laurenzi.