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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BERTELLI

Patrizio Arezzo 6 aprile 1946. Imprenditore. Amministratore delegato di Prada. «In questi anni ha rivoluzionato il familistico business del lusso italiano,
accumulando marchi fortunati o disgregati» (Natalia Aspesi) • «È dubbio se in quell’aprile 77 poté più la scintilla delle emozioni o il richiamo del business. Sicuro È invece il risultato della prima stretta di mano fra Patrizio Bertelli,
industriale pellettiere, e Miuccia Prada, commerciante, nel negozio in
Galleria, aperto (1913) dal di lei nonno e diventato uno dei templi della buona
borghesia milanese; un risultato aerodinamico con reazioni a catena. I due
diventano coppia, la coppia diventa società, la società diventa uno stile, lo stile innesta il turbo e il turbo moltiplica con una
velocità senza precedenti mercati e cifre. Patrizio, studi d’Ingegneria interrotti, aretino dalla mascella volitiva. Non delicata tempra di
toscanaccio vulcanico, ringhioso e di fiuto straordinario, self made man. Alla “Sir Robert”, l’azienda pellettiera acquisita a 20 anni, accosta nel 73 la parmigiana “Granello”. Se Miuccia È morfologicamente manzoniana, Patrizio risulta più dantesco: una specie di Cecco Angiolieri che se fosse foco arderebbe volentieri
lo styling system e i suoi insormontabili birignao. Su questi ingredienti si È formata in un mix di affinità, contrasto e gusto per il nuovo, la coppia che ha fatto di Prada il fenomeno più clamoroso della recente storia stilistica. Hanno due figli, Lorenzo e Giulio i
cui nomi sono un tributo alla passione del toscanaccio per il Rinascimento. Con
il tempo anche Miuccia si È smanzonizzata per non correre il rischio di soccombere alle affettuose furie
leaderistiche del marito: nel quartier generale di via Maffei i loro summit non
passano inascoltati: creatività e nuove strategie contemplano un prezzo in termini di inquinamento acustico.
Chi dei due ha dato di più all’altro? “È uno di quei pochi esempi” osserva Franca Sozzani, direttore di Vogue e loro amica da sempre, “di interazione perfetta, di scambio senza prevaricazione, di sintonia nella
sostanza”» (Gian Luigi Paracchini)
• «Una casa di moda non È molto diversa da una casa automobilistica. Il punto chiave della nostra
strategia È coniugare creatività individuale e produzione industriale» • È il patron di Luna Rossa, con la quale ha vinto la Louis Vuitton Cup 2000: «Luna Rossa È il sogno marino dell’Italia. Questo non È uno sport come gli altri. L’atletica, il calcio arrivano ogni giorno. Ogni settimana. La Coppa America ci fa
aspettare tre anni. Tre anni di sacrifici, di allenamenti. Tre anni in cui
nella testa quella gara l’hai vinta e l’hai persa cento volte. Tre anni di silenzio» • Dice di essere grasso («Grasso e stupido. Non grasso e intelligente come Orson Welles e Giuliano Ferrara») • «Il denaro serve per essere liberi. Niente di più. Io l’ho capito subito. Alle elementari facevo fare le brioche dal panettiere davanti
a scuola e poi le vendevo ai compagni. Più tardi scrivevo le dispense di filosofia. Una specie di Bignami-Bertelli. Un
successo, un furore! Ma mica le scriverà queste bischerate…» (da un’intervista di Stella Pende) • Ha sposato Miuccia Prada nel 1987.