Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BERRUTI
Livio Torino 19 maggio 1939. Ex sprinter. Medaglia d’oro dei 200 metri alle Olimpiadi di Roma 60. Figlio unico di una famiglia della
media borghesia torinese, frequentò il liceo classico Cavour di Torino, dove fu scoperto come velocista nel corso
delle selezioni per i campionati studenteschi, nei quali vinse gli 80 metri in
8”7. Tesserato dal club Lancia, già nel 1959 corse i 200 in 20”7. Seguito in Nazionale da Giuseppe Russo. Arrivò al record del mondo e al titolo olimpico del 3 settembre 60 correndo due volte,
a distanza di un’ora (semifinale e finale), in 20”5, interrompendo il dominio nordamericano fino a quel momento incontrastato
• «Berruti che batte Norton già in semifinale e uguaglia il record del mondo senza forzare; Berruti che guarda
gli altri riscaldarsi prima della finale e quasi li snobba; Berruti che vola e
si tuffa sul filo» (Cesare Fiumi) • «A volte mi impressiona la capacità che ha la gente di ricordare quella mia giornata, sezionata in ogni momento:
semifinale, attesa, pistola, curva sparata, colombe in volo, podio. E di
rammentarmela ogni volta, tanto che alla fine penso di saperne di più, di imparare cose che allora mi erano sfuggite» • «Presi a gustarmi la gara che era già notte fonda, tutto finito, spente le luci, passeggiando da solo per Roma.
Cominciavo a capire cos’era successo, cosa vedevano gli altri di tanto importante in quella corsa e in
quella vittoria. Quel certo distacco che mi imputavano aveva patito una bella
sbandata al momento della premiazione: lì davvero mi ero emozionato. Mi è capitato solo un’altra volta nella vita: parlo di quella lunga notte del 69 in cui Armstrong mise
il piede sulla Luna. Sarà che ho sempre avuto il mito della tecnologia e del progresso americani. Sono
per la chiarezza delle idee e per le regole certe: il Bene da una parte e il
Male dall’altra, un po’ Topolino e un po’ la cultura protestante».