Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BERLUSCONI
Veronica (Miriam Bartolini in arte Veronica Lario) Bologna 19 luglio 1956. Ex attrice. Moglie di Silvio Berlusconi (nozze il 12
dicembre 90). Mamma di Barbara, Eleonora e Luigi • È l’azionista principale del Foglio: «“Sono marxista”, spiegava Woody Allen, “tendenza Groucho”. Una battuta aggiornata qualche tempo fa da Giuliano Ferrara sul Foglio: “Noi siamo berlusconiani, sì, ma ‘tendenza Veronica’”» (Corriere della Sera) • «Correva l’anno 80, quella notte in cui Silvio Berlusconi, al teatro Manzoni di sua
proprietà, rimase folgorato dalle grazie opulente di Miriam Bartolini in arte Veronica
Lario, Lario come il lago, un nome scelto in omaggio a Veronica Lake. Lei
recitava nel Magnifico cornuto accanto a Enrico Maria Salerno: era brava ma soprattutto era bella da togliere
il fiato, una sorta di Anita Ekberg mediterranea, e in una scena compariva a
seno nudo. Lui si scaraventò in camerino: “Mi ha fatto un sacco di complimenti. Gli ho creduto e da allora non ho più smesso di credergli”, racconterà Veronica. Alle spalle aveva un’infanzia non facile, vissuta in un palazzone di otto piani alla periferia di
Bologna. Padre, impiegato, morto quando lei aveva 13 anni, la madre si mise a
lavorare per necessità e fu assunta (un presagio?) come commessa alla Standa. Miriam viene descritta
come una ragazzina timidissima e introversa, solitaria, silenziosa, ma aveva
dentro questo sacro fuoco che la incendiava: recitare. Dopo la maturità artistica prese lezioni di dizione dai frati dell’Antoniano, quelli dello Zecchino d’Oro, e a 19 anni era già in tournée con Corrado Pani: “Il teatro È stata un’esperienza straordinaria” rievocherà anni dopo “ha vinto la mia timidezza, ha tirato fuori un carattere sopito che non sapevo di
avere. Il teatro È un atto di fede profondamente terapeutico”. Prima di troncare la sua carriera lavora con Dario Argento e anche nel
Bel Ami di Sandro Bolchi e recita in un film della Wertmüller, Sotto sotto, strapazzati da anomala passione, dove l’anomala passione È la sua, moglie infelice di Enrico Montesano, per un’amica. Tullio Kezich lodò il film: “È anche merito di un’attrice come Veronica Lario che affronta bene i rischi del personaggio e ne esce
con grazia”, scrisse. Un anno dopo l’incontro con Silvio Berlusconi, Veronica abbandona ogni sogno di gloria, per lo
meno come attrice» (Laura Laurenzi) • «Se non ha un fans club come attrice, può contare però su molto di più: una sezione di partito intitolata a lei, nella bassa ferrarese, a Copparo.
Mantiene autonomia di giudizio e indipendenza di pensiero, e piace a sinistra.
La notizia È che ci sono anche gli antiberlusconiani tendenza Veronica. In un paese che
sgomita e corre in soccorso dei vincitori, lei non c’È mai. Non compare, si concede il lusso supremo di restare a casa. Ha scelto l’autoeclissi. Non contate su di me, È la parola d’ordine. La strategia dell’assenza può produrre un rumore assordante. Al fianco di un marito onnipresente e
sovresposto, la vera comunicatrice — padrona del non detto — È lei, icona mediatica moltiplicata dal silenzio. Eppure sarebbe per Berlusconi
una prima signora delle più esportabili, come le sue barche e le sue case: di gran rappresentanza. No,
grazie: no alla ribalta, no alle fotografie (e alle critiche), no al risalto
mondano. Se lo conosci lo eviti» (la Repubblica).