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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BERLUSCONI

Piersilvio Milano 28 aprile 1969. Manager. Secondo figlio di Silvio e della di lui prima moglie Carla Elvira
Lucia Dall’Oglio. Nel 92 al marketing di Publitalia, poi a Italia1 con il compito di ideare
nuovi programmi per i giovani. Dal 96 responsabile del coordinamento dell’area programmi e palinsesti delle reti Mediaset, nel 2000 è diventato vicepresidente del gruppo, oltre che presidente e amministratore
delegato di Rti. «Spesso mi sono trovato ad avere la responsabilità di qualcosa senza averne ancora la reale conoscenza. Può capitare se ti chiami Berlusconi…»
• Elementari e medie ad Arcore (con qualche periodo di lezioni private per
questioni di sicurezza): «La mia infanzia è stata piena di amici che andavano e venivano, eravamo allegri, era un porto di
mare». A 12 anni il padre gli chiedeva consigli sui programmi per ragazzi.
Giovanissimo, interpretò a Drive in il figlio-del-padrone tutto capelli gellati e fighetterie: «Avrò avuto 15 anni, è stata una cosa importante, Mi aveva chiamato Antonio Ricci, gli mancava un
ospite, mi voleva nel programma. Io ero timido, non ne avevo nessuna voglia.
Papà e Ricci fecero un’opera di convinzione tosta... è andata, e ho passato quell’indimenticabile giornata negli studi, la tv dietro le quinte, confusione, belle
ragazze». Ha fatto il liceo classico (parte a Vimercate, parte da privatista), poi un po’ d’università (Filosofia). Ha smesso nel 91, dopo un incidente in motorino alle Bermuda: «Durante il liceo, che mi ha dato parecchio, mi pesava avere poco tempo per lo
sport e gli amici. Però andavo bene, sono stato rimandato due volte, in matematica e in biologia, e ho
superato gli esami a settembre» • Sua giornata tipo (come la raccontò a Capital): «Sveglia alle 7, il rito del caffè e dei giornali a cui dedico una buona mezz’ora. Poi, se riesco, lo sport, da un minimo di mezz’ora a un massimo di un’ora: ginnastica, pesi e attrezzi in palestra, o jogging nel parco, o nella bella
stagione il cavallo. Parto per Cologno e sono in ufficio verso le 9. Finisco
verso mezzanotte»
• Il Foglio ha scritto che è il «figliolo che ogni padre sogna, erede che ogni Cav. auspica» («sai cosa combina e sai dove trovarlo»). Di pareri, al padre, ne chiede il meno possibile: «Certo, parlo con lui di televisione nel week end, ma non sono consigli su cose
determinanti, è più un parlare come si parla di calcio fra due persone che se ne intendono: una
regia mal fatta, uno spettacolo buono...» • Ha una figlia di quindici anni, Lucrezia Vittoria, nata dalla relazione con la
modella Emanuela Mussida: «Ho un grande affetto per Lucrezia, ho amore, ho senso di protezione... Non so
esattamente che cosa voglia dire sentirsi padre, perché non ho avuto con lei un rapporto quotidiano» • Di flirt negli anni gliene hanno attribuiti tanti: Carol Alt, Valeria Marini,
la stessa Natalia Estrada che è stata a lungo con suo zio Paolo. Lui non nega e non conferma. Di sicuro è stato fidanzato con Kristen Pazik, che adesso è sposata col calciatore del Milan Andrij Shevchenko e ne ha provocato il
trasferimento al Chelsea (non sopportava Milano). All’epoca (2000) Kristen raccontò: «Lui stava con la mia migliore amica. Ma non è come sembra, giuro. Appena ci siamo guardati è scattato qualcosa di magico». Poi è toccato alla letterina Silvia Toffanin: «Ci siamo incontrati a una partita di beneficenza del Milan. Poi non ci siamo
visti per un paio di mesi. Era la vigilia di Natale del 2000. Per me è stato un colpo di fulmine»
• Ha una passione abbastanza comune, il calcio («spesso allo stadio non riesco a vivere la partita come vorrei, devo salutare
mille persone, non mi concentro abbastanza sul gioco») e una decisamente meno diffusa: «La psico-neuro-endocrinologia: ho studiato molto la materia. è una passione partita dal mio amore per lo sport e il benessere fisico. Dietro
alla psico-neuro-endocrinologia c’è qualcosa di filosofico, il tentare di trasformare yin e yang in scienza, i due
opposti devono convivere e raggiungere un equilibrio. La mente, lo spirito e il
corpo»
• Criticato da Mike Bongiorno («Vive chiuso all’ultimo piano di un palazzo. Con lui non si comunica: anche altri si lamentano
[...] non mi ascolta, non è come il padre che mangiava con noi pane e salame, e costruiva gli show
lavorando dalle 10 del mattino alle 10 di sera»), preso in giro dal vignettista Stefano Disegni, che ha approfittato di alcuni
flop in prima serata e soprattutto del deludente esito dell’acquisto dei diritti sportivi per il programma
Serie A (vedi BONOLIS Paolo) per rappresentarlo con una corona di latta in testa,
circondato da adulatori, vanamente proteso a imitare papà. A questi sfottò, molto signorilmente, non ha mai reagito.