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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BENDINI

Vasco Bologna 27 febbraio 1922. Pittore. «Conoscevo qualche francese: Estève, Singier, Bissière, che però erano post-cubisti, non veramente astratti. Mi sentivo d’altronde lontano dalle polemiche furiose fra astratto e figurativo: come
stessero “altrove”, come “altrove”, per me, è sempre rimasta la politica. Poi vennero le Biennali di Venezia, del 48 e del
50, dalle quali trassi, più che informazioni, un grande senso della libertà possibile e necessaria a chi volesse essere artista; una consapevolezza del
rischio che si poteva e si doveva correre, e dei risultati grandi che si
potevano ottenere. In quegli anni scoprii anche Huizinga, soprattutto
La crisi della civiltà, e trassi da quel libro indicazioni analoghe: più di tutto, seppi quanto era grande l’isolamento in cui vivevo. Pallucchini mi aveva ammesso alla mia prima Biennale,
nel 56: alla quale, su suo consiglio, mandai tre quadri più tradizionali di quelli che mi piacevano davvero (ho poi saputo che l’hanno fatto tutti, di essere compiacenti con le giurie, da Monet e Renoir in
avanti...). E credo che fosse stato proprio lui, con Volpe, tre anni prima, a
presentarmi a Francesco Arcangeli. Non avevo molto a che spartire, in fondo,
col suo “ultimo naturalismo”: ma Arcangeli fu con me, per lunghi anni, sempre generosissimo. E ricordo di
lui una cosa, un atteggiamento raro: la passione con cui guardava il quadro,
con cui ci tornava, quasi testardamente, fino a darsi ragione di ogni colpo di
pennello, di ogni scelta che lo sottendeva».