Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BELPIETRO

Maurizio Castenedolo (Brescia) 10 maggio 1958. Giornalista. Direttore de il Giornale dal
26 marzo 2001, dopo aver affiancato per tre anni Mario Cervi. In precedenza era
stato alla guida del Tempo. «Sembra pacato, bonario: invece adora toni forti e titoloni appuntiti» (Cesare Lanza) • «Con Cervi, un vero galantuomo oltre che un grande giornalista, l’intesa è stata perfetta. Poi, in coincidenza del suo ottantesimo compleanno, ha deciso
di andare in pensione» • «Una volta si diceva: il Giornale di Montanelli. Poi si diceva: il Giornale di
Feltri. Quando si cominciò a dire : il Giornale di Maurizio Belpietro tutti prevedevano che sarebbe
crollato. E molti se lo auguravano. Invece si è rafforzato» (Claudio Sabelli Fioretti) • «Quando entrammo in questo giornale, io e Feltri, era il gennaio del 1994. Si
sentiva molto la presenza di Montanelli. Sapevamo che se Montanelli fosse
andato a fare un quotidiano brutto come il Giornale, con la linea politica del Giornale, con la grafica del Giornale,
avremmo avuto la vita dura. Ma Montanelli scelse di fare un quotidiano fantasioso,
lezioso, che si inventava tutti i giorni copertine con Berlusconi in orbace,
cose bizzarre, da Manifesto, e ci lasciò il campo libero. I montanelliani rimasero con noi. In compenso si portò via i redattori consentendoci una grande ristrutturazione incruenta. Vittorio
ed io eravamo strafelici. Se ne fossero andati altri dieci! Lucio Lami scrisse:
“Ho capito che nella vostra banda non c’è bisogno di un violino come me”. Io gli risposi: “Violino? Trombone!” Una battuta scortese. Me ne vergogno ancora oggi”».