Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BELLOCCHIO
Piergiorgio Piacenza 15 dicembre 1931. Critico letterario. Fondatore di una delle più celebri riviste politico-letterarie, i Quaderni piacentini. La finanziò con una parte dell’eredità paterna («quando morì mio padre, mi ritrovai capofamiglia, giovane e avventuroso», vedi anche Bellocchio Marco), un’altra servì a finanziare il primo film di suo fratello Marco, I pugni in tasca. La rivista, che uscì dal 1962 al 1984, non aveva redattori, ma «facevamo molti pranzi: veniva spesso anche Giovanni Pirelli che in fondo ci era
grato: eravamo gli unici a non chiedergli soldi» (Simonetta Fiori) • «Il nostro entusiasmo rivoluzionario è stato un peccato di ingenuità: credevamo che fosse possibile un salto più lungo. L’entusiasmo intorno a Kennedy, Krusciov, il Concilio Vaticano II, ci sembrava una
melassa indigesta. In conclusione, siamo stati abbastanza miopi. Ma di presbiti
è piena la vita» • «Quaderni piacentini nasce in coincidenza con la ripresa della lotta alla Fiat.
La Fiat era il centro d’Italia e la classe operaia era per definizione la classe rivoluzionaria. Dalla
fine dei Sessanta, la ristrutturazione produttiva riduce via via, anche
quantitativamente, il peso della classe operaia, viene meno ogni ipotesi
rivoluzionaria. Marxisticamente, il 68-69 non è stato un inizio, ma un epicedio» • «è il vero “eretico” della cultura italiana. Dopo la stagione dei Quaderni piacentini, che fondò nel 1962, si è ritirato a vita privata pubblicando pochi libri (che raccolgono i suoi saggi) e
avviando nell’85, con Alfonso Berardinelli, una rivista che sin dal titolo, Diario, rivelava
intenzioni ben diverse» (Paolo Di Stefano) • «Avrei voluto titolarla “Prima di crepare”. Mi parve di eccedere nel pessimismo, in realtà non lo fui abbastanza» (Fiori).