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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BEHA Oliviero Firenze 14 gennaio 1949. Giornalista. Ha cominciato a Paese sera (redazione di Milano) e ha poi continuato a Repubblica, dove si occupava di sport ed era considerato un possibile erede di Gianni Brera

BEHA Oliviero Firenze 14 gennaio 1949. Giornalista. Ha cominciato a Paese sera (redazione di Milano) e ha poi continuato a Repubblica, dove si occupava di sport ed era considerato un possibile erede di Gianni Brera. Rottura con Scalfari dopo il caso di Italia-Camerun (1-1, risultato che consentì agli italiani di proseguire un torneo giocato fino a quel momento mediocremente): «Il caso scoppiò dopo un viaggio a Yaoundé, capitale del Camerun, dei giornalisti Oliviero Beha di Repubblica e Stefano Chiodi di Epoca, tornati con la convinzione, suffragata da testimonianze, che quel pareggio era stato concordato» (Roberto Condio) • Beha e Chiodi, siamo nell’estate del 1984, lavorano all’inchiesta per quattro mesi. Carlo Caliceti: «I servizi dovrebbero uscire contemporaneamente su Repubblica e su Epoca il 5 ottobre. Non solo: l’inchiesta partorirà anche un documentario televisivo (da vendere alla Rai) e un libro (da pubblicare presso Feltrinelli)». È Eugenio Scalfari, direttore di Repubblica, a complicare i piani degli autori. Letto il servizio di Beha, decide di non pubblicarlo, ritenendo probabilmente labili le prove accumulate a dimostrazione della presunta combine. Sarà L’espresso a stampare l’inchiesta, peraltro senza particolare risalto. Epoca (giornale di Chiodi) non gradisce il dirottamento su un settimanale concorrente. Il direttore Carlo Gregoretti decide di anticipare i tempi comunicando a un’agenzia di stampa i contenuti del servizio. Caliceti: «Così, quando il lavoro vede finalmente la luce, le sue conclusioni sono già state smentite da tutti gli interessati. Il faccendiere Moscatelli sostiene di non aver mai affermato che furono offerti 30 milioni a testa a cinque giocatori del Camerun. E anche quel tale Koutou, agente dei servizi segreti camerunensi che avrebbe ammesso di aver ottenuto la confessione dei giocatori, ora si rimangia tutto». All’epoca, la stampa italiana si schierò in massa a fianco degli azzurri. Scrisse Adalberto Bortolotti sul Guerin Sportivo: «Siamo campioni del mondo di calcio e di autolesionismo, questa volta abbiamo oltrepassato i limiti». Inutile la difesa di Beha: «Il motivo autentico È voler chiudere gli occhi per partito preso, per paura della verità». Caliceti: «Prima la Rai poi Retequattro rifiutano il documentario televisivo. E i ritagli di Epoca ed Espresso ingialliscono in fretta. L’ardua sentenza, una volta tanto, non È stata delegata ai posteri» • Dopo l’uscita da Repubblica conduce parecchie trasmissioni della Rai (Va’ pensiero, I nostri fatti, Io confesso e Altri particolari in corsa, che produce, Il circolo delle 12, Un terno al lotto, Stazione centrale, molto discussa e che viene sospesa alla quarta puntata) ed È spesso sul punto di diventare direttore di rete. Successo alla radio con Radiozorro (1995), poi divenuta Radiozorro 3131, dove Beha svolge la funzione del difensore civico. Una versione tv dello stesso programma non ha lo stesso successo. Aldo Grasso: «Beha È sempre stato considerato un antipatico del video». Si considera un «emarginato del giornalismo» («certo servirei ai cittadini, ma a chi importa dei cittadini?») • Nel 2006 ha pubblicato, con Andrea Di Caro, Indagine sul calcio (Bur-Rizzoli), racconto in chiave politico-sociologica delle vicende del nostro calcio dal 1982 a oggi.