Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BAVA Lamberto Roma 3 aprile 1944. Regista. «Un cognome che racchiude già in sé una “formula” macabra, perché conserva l’eredità del padre Mario, maestro dell’horror italiano degli anni Sessanta (amatissimo anche negli Usa) e, nel presente, è associato ai suoi film del terrore (da Demoni al remake del cult paterno La maschera del demonio) fino alla collaborazione con autori del brivido come Argento, Soavi e Chiesa» (la Repubblica) • «In ogni film horror ci sono elementi basilari, tipici del genere, che possono essere variamente assemblati: la musica, l’effetto speciale, il rumore
BAVA Lamberto Roma 3 aprile 1944. Regista. «Un cognome che racchiude già in sé una “formula” macabra, perché conserva l’eredità del padre Mario, maestro dell’horror italiano degli anni Sessanta (amatissimo anche negli Usa) e, nel presente, è associato ai suoi film del terrore (da Demoni al remake del cult paterno La maschera del demonio) fino alla collaborazione con autori del brivido come Argento, Soavi e Chiesa» (la Repubblica) • «In ogni film horror ci sono elementi basilari, tipici del genere, che possono essere variamente assemblati: la musica, l’effetto speciale, il rumore. Ma per fare il film o il quadro perfetto serve innanzitutto l’arte o un lampo di genio. Ognuno di noi possiede i propri “ingredienti” ma li tiene segreti: Argento legge l’anima del thriller seguendo costanti psicanalitiche, mio padre ricorreva all’immaginario popolare e fantastico e io gioco sulla claustrofobia. Il colpo di scena, l’attesa della paura che viaggia su sensazioni particolari. Ma è tutto nella sceneggiatura: una storia bellissima può dare vita ad un bruttissimo film, ma non avviene mai il contrario».