Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BATTISTA
Pierluigi Roma 3 luglio 1955. Giornalista. «Dio ti vede. Lucio Magri no» • Da fine 2004 vicedirettore del Corriere della Sera. Già vice di Ferrara a Panorama. Famosa la sua rubrica della Stampa “Parolaio”. «Il 68 lo ha sorpreso al liceo Mamiani di Roma. La ventata di libertà lo convogliò in un gruppetto, Unità operaia, marxista-leninista. Poi il Manifesto. Poi la rottura con la sinistra,
la scoperta di Pannella e dei radicali. Per gli ex compagni diventò un traditore come Giuliano Ferrara, suo amico e “fratello maggiore”» (Claudio Sabelli Fioretti)
• «Certi slogan come “Fascisti, borghesi, ancora pochi mesi” oppure “Uccidere un fascista non è reato” erano un tormento. Io ero in lite con mio padre, che era borghese e fascista,
ma non potevo pensare che dovesse essere ucciso. Metafore truculente tipo “Almirante come Falvella, con un coltello nelle budella”, “Camerata basco nero, il tuo posto è al cimitero”. Sono cresciuto dentro quella tragica via Pal che era l’antifascismo militante. Le manifestazioni finivano regolarmente con l’assalto alle sedi del Msi. Io ero approdato al Manifesto, attirato da quel tanto
di eresia che gli derivava dal ricordo dell’espulsione dal Pci. Ma nel 1976 non ne potevo più. E votai radicale».