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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BATTIATO

Franco Riposto (Catania) 23 marzo 1945. Cantante. Autore. Regista. Inizi commerciali (Bella ragazza partecipa a Un disco per l’Estate 69), passa poi alla sperimentazione (Fetus, 71; Sulle corde di Aries, 73). Nel 79 arriva l’album L’era del cinghiale bianco che gli vale una larga popolarità, ampliata dai successivi Patriots (80, con Prospettiva Nevski), La voce del padrone (81, un milione di copie vendute, con Bandiera bianca, Centro di gravità permanente, Cuccurucucu), L’Arca di Noè (82), Orizzonti perduti (83), Mondi lontanissimi (85) ecc • «Il più “mistico” dei nostri cantautori, capace di mettere d’accordo, in un quarto di secolo di pop, i palati più raffinati e la platea da palasport» (Massimo Iondini) • «è un autore di canzoni. Canzoni popolari, non c’è dubbio, ma anche brani raffinati e particolari, così come brani destinati al divertimento e alla leggerezza. Lui, l’arte della canzonetta la conosce bene» (Ernesto Assante) • «Battiato sta alla canzone italiana come la geometria non-euclidea sta a quella
euclidea. La sua musica prende forma su un piano parallelo, vive per suoi
motivi che spesso “assomigliano” soltanto a quelli del resto dell’universo canzone. Se la canzone fosse un triangolo, Battiato ne sarebbe il
quarto angolo; se la canzone fosse un quadrato, Battiato sarebbe un ipercubo.
Se infine la canzone fosse una retta, Battiato sarebbe un punto, immobile,
indifferente, equidistante» (Gino Castaldo)
• Famiglia di pescatori, dopo la morte del padre - camionista e scaricatore di
porto a New York - a 19 anni finì a Milano: «Allora era una città di nebbia, e mi sono trovato benissimo. Mettevo a frutto la mia poca conoscenza
della chitarra in un cabaret, il Club 64, dove c’erano Paolo Poli, Jannacci, Toffolo, Cochi e Renato, Andreasi, Lauzi. Io aprivo
lo spettacolo con due o tre canzoni siciliane: musica pseudobarocca,
fintoetnica. Nel pubblico c’era Giorgio Gaber che mi disse: vienimi a trovare, un giorno. Andai il giorno
dopo. Diventammo amici anche con Ombretta Colli, fui io a convincerla a cantare»
• «Dopo l’uscita di L’era del cinghiale bianco, a 35 anni, realizzai che qualcosa era definitivamente cambiato. A un concerto
a San Giovani Valdarno vennero in 20mila. Sentii uno strano boato. Con il
successo vennero i fan: una notte in albergo mi svegliai e trovai che avevano
fatto entrare gente nella mia stanza per vedermi dormire. Volevo smettere» • «Il mio legame è più forte con la musica del passato per la sua eccellenza. Penso a un quartetto di
Beethoven, a Mendelssohn. Preferisco una musica che mi aiuta a concentrarmi, a
leggere. I suoni contemporanei esprimono altro» • «Sono un individuo che si esalta per il talento. Mi piace da pazzi questo
misterioso elemento che è come la vita e appare dove vuole. Posso apprezzare una musica che magari non mi
piace, però è scritta con eccellenza. Non metto mai il pubblico di mezzo. Il successo non mi
convince mai. Anche se uno vende 25 milioni di copie di dischi in un giorno,
per me non vuol dire nulla» • «Ho dovuto combattere l’appartenenza al mio segno zodiacale, che è quello dell’Ariete, che mi dava eccessiva rigidità e ottusità e quindi perdita di intelligenza. Ho dovuto limare, imbrigliare, calpestare» • «Da ragazzo abitavo in una casa la cui terrazza era una tribuna naturale di un
cinema all’aperto e, per sette anni d’estate, vedendoli o solo ascoltandoli, ho centrifugato centinaia di film di
tutti i tipi. Ho imparato così, quasi senza accorgermene, a gustare il linguaggio del cinema in tutte le sue
espressioni. Ancora oggi sono uno spettatore onnivoro, che passa dai thriller
americani di serie b ai capolavori. Se si eccettua l’horror e la fantascienza, che di solito mi annoiano, apprezzo tutti i generi,
quando i film sono riusciti»
• «Credo nell’eccellenza. E soffro quando vedo persone che non riescono ad affrancarsi dalla
componente bestiale. Ma questo non vuol dire che non mi occupi della parte
terrena che è in noi. Sono contraddittorio? La contraddizione è alla base degli esseri umani e l’esercizio del dubbio, una religione» • «Da quando sono un “professionista” medito due volte al giorno. Come quelli che dicono che fanno sesso tre volte in
una notte».