Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BARZINI
Benedetta Porto Santo Stefano (Grosseto) 22 settembre 1943. Giornalista. Modella. «Un’icona di quella moderna età dell’oro che sono stati gli anni Sessanta. Ex cover girl di Vogue. Suo padre era
Luigi Barzini jr., giornalista di fama, elegante, cosmopolita, molto preso di sé e dalla sfrenata competizione con il mito di Barzini sr., quello della
Parigi-Pechino. Sua madre era la temibile Giannalisa Feltrinelli, nota per il
monocolo che le copriva l’occhio di vetro, ricordo di un incidente di caccia (e di un amante geloso) oltre
che per la clamorosa eredità ricevuta dal primo marito. Il fratellastro, che Benedetta non ha fatto in tempo
a conoscere e amare come avrebbe voluto, era quel Giangiacomo morto sotto un
traliccio a Segrate» (Paola Zanuttini)
• «La bellezza, come la bruttezza, è un handicap. Non sapendola gestire, l’ho mitigata con l’anoressia. Che è durata molto, dai 14 ai 24 anni: facevo come i cammelli, mi riempivo e poi
niente per una settimana. Era come se non potessi salvare la mente e il corpo:
il corpo andava distrutto per milioni di motivi, fra i quali il rapporto con
mia madre. Terrificante. Non ha mai compiuto il lavoro di madre. Non mi ha mai
portato a scuola, mai fritto un uovo, mai consolata per un incubo. Quando ci
trascinò a New York, lei aveva una suite al sedicesimo piano e noi stavamo al terzo con
la governante. Mi confondeva con mia sorella: “Tu chi sei: Ludina o Benedetta?”. E quand’ero diventata modella, visto che tutti parlavano di Vogue, si mise a ritagliare
delle fotografie, stupita che una cretina come me fosse riuscita a combinare
qualcosa: un giorno me le mostrò, ma quella delle foto non ero io. Glielo dissi e rispose: “Tanto siete tutte uguali”».