Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BARCA Luciano Roma 27 giugno 1920. Politico. Del Pci. «Nel gruppo dirigente del partito entrò poco dopo la sua iscrizione, che avvenne a Roma nel novembre del 1945
BARCA Luciano Roma 27 giugno 1920. Politico. Del Pci. «Nel gruppo dirigente del partito entrò poco dopo la sua iscrizione, che avvenne a Roma nel novembre del 1945. Classe 1920, s’era congedato dalla Marina, dove, giovane ufficiale, aveva prestato servizio fra i sommergibilisti. La prima tappa “politica” fu, nel 46, l’assunzione all’Unità come redattore economico: incarico che rientrava nella prevalente qualifica di Barca che, partendo dalla giurisprudenza, s’era concentrato sull’economia insieme a Paolo Sylos Labini, suo compagno fin dal liceo. Precoce sarà il suo ingresso, nel 1960, nella segreteria del partito: vi viene ammesso “pur non essendo vescovo” (così a Barca continuerà a ripetere Giorgio Amendola, sottolineando la singolarità d’un membro di quel consesso non proveniente “da lontano”). La scoperta, confinante con il mito, fu rappresentata da Togliatti. In casa di Barca, a Roma, o in vacanza a Champoluc, o durante qualche “missione” in Urss, il leggendario capo comunista si mostrava prodigo di confidenze. Negli incontri che Berlinguer ebbe con Moro, Barca assunse un ruolo centrale. Attraverso Tullio Ancora, un giovane funzionario della Camera molto legato al leader democristiano e amico di Barca, s’è creato un canale che resta in funzione per un decennio. Quando Moro vuole vedere Barca per comunicare qualcosa a Berlinguer, telefona ad Ancora dicendo che “aspetta l’amico dell’università” (così Barca si chiama in un codice elaborato per queste occasioni: Berlinguer, invece, dell’università è “il Rettore”). Dall’epoca di Alessandro Natta in poi, si riconosce sempre meno nelle file del suo partito, e in quello dal nuovo nome. Non ne apprezza gli uomini. Ne condanna i metodi, non rinnova la tessera. Non è stato, spiegherà in una lettera a Massimo D’Alema, per “dimenticanza”» (Nello Ajello).