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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

BARBERA

Annamaria Torino 1962. Attrice. Lanciata dalla trasmissione di Italia1 Zelig col personaggio di Sconsolata. «Dietro i giochi di parole, gli equivoci e le risate c’è un microcosmo che sa raccontare alla perfezione e che l’ascoltatore vede nitidamente davanti a sé, quasi fosse un film neorealista. Del resto, quando lei è sul palco i colori sono, in tutti i sensi, il bianco e il nero. Ed è talmente forte che può permettersi il lusso di sorvolare sulle battute, di seminarle qua e là con apparente incoscienza, salvo accorgersi che il pubblico ride dal primo all’ultimo minuto. è una donna, e a
Zelig ce ne sono poche; è meridionale, e a Zelig ce ne sono pochi» (Max) • «“Sconsy è nata in un momento faticoso della mia vita, prima della fama c’è la fame”. Si è inventata un personaggio amatissimo, battute spiazzanti in dialetto siciliano
storpiato, ironia e buonsenso “perché tante, come Sconsy, vorrebbero cambiare il loro Salvatore, il ‘cassadisintegrato’ sul divano di casa”. Un successo che le ha fatto vendere oltre 250mila copie del libro Sono stata spiegata? (Kowalski). Quando ha deciso di diventare attrice? “Da piccola, guardando in tv Sangue e arena con Tyrone Power. Rimasi affascinata. Sono cresciuta alla Bottega teatrale di
Gassman, una grande scuola; Albertazzi mi disse che ero nata per fare l’attrice. Poi, un po’ per motivi di salute, un po’ per non svendere il mio sogno, ho fatto altre cose. Bisognava portare i soldi a
casa”. Il primo provino di Zelig non andò bene? “Sì, dicevano che Sconsy non aveva il ritmo giusto per la tv, era ‘troppo teatrale’. Ma io ero convinta e ho insistito, ho chiesto a Michele di fare un’altra audizione. La gente l’ha capita subito. Sconsy dice che il suo uomo deve essere ‘sexy, signore e sensibile’, mentre Salvatore chiede sempre qualcosa: un prestito, un mutuo. A lei
piacciono gli uomini generosi. La realtà è un tarlo che corrode tutto, Sconsy vorrebbe un amore che la risarcisca per ciò che la vita non le offre. Più che romantica, sono mistica, ma anche carnale: una monaca di Monza uscita di
pista. Gli uomini li vedo fragili, sono uomini soli, come cantavano i Pooh. Ma
ho avuto begli incontri, una persona l’avevo conosciuta quando facevo lassistente ai malati terminali. Lui era alla fine del viaggio”» (Silvia Fumarola)
• Non vuole più fare Sconsolata: «Giorgio Albertazzi, uno dei miei maestri, mi ripeteva che quando l’attore ha trovato una chiave, deve abbandonarla. Aveva ragione, visto che anche
a Zelig stanno pensando di fermarsi per un paio d’anni. E poi per la mia vita è un momento in cui di fare la buffona non me la sento proprio. Ho avuto un’aneurite ottica neurobulbare. Stavo diventando cieca. Avevo perso completamente
l’uso dell’occhio sinistro e la malattia stava attaccando anche il destro. Ora il nervo
ottico ha reagito e tutto è tornato normale. A Zelig hanno dovuto spegnere le luci altrimenti perdevo l’equilibrio» (da un’intervista ad Antonello Sarno). Da ultimo ha scritto una canzone (Se vuoi) che vorrebbe portare a Sanremo e un libro (Caro amico diletto, lettere a un uomo).