Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
BARBARESCHI
Luca Montevideo (Uruguay) 28 luglio 1956. Attore. Regista. Studi allo Studio Fersen
di Roma, corsi di Lee Strasberg, Nicholas Ray e Stella Adler a New York,
debutto al Teatro di Verona con Enrico V di Shakespeare per la regia di Virginio Puecher. Tra i suoi lavori American Buffalo (1984), Sexual Perversity in Chicago (1985), Mercanti di bugie (1989) e Oleanna (1993) tutti testi di David Mamet, autore che per primo ha portato in Italia.
Le prime apparizioni televisive risalgono all’84, anno in cui è stato tra i protagonisti de La bella Otero e di Melodramma. Dall’89, per cinque stagioni consecutive, ha condotto ogni giorno su Retequattro C’eravamo tanto amati, format poi rivenduto in America (primo e probabilmente unico caso di vendita
negli Stati Uniti di un programma nostrano: Barbareschi, che è bilingue, è andato a presentarlo anche lì). Nel 97 e nel 98 ha recitato nelle due serie thriller Trenta righe per un delitto di Lodovico Gasparini e Cronaca nera di Gianluigi Calderone • «è di destra, anzi “il solo attore di destra”, ma non abbastanza di regime. “Vorrei che la destra fosse meritocratica, che lavorassero quelli bravi, di
destra o di sinistra, che sono molti di più. La mia scommessa è dialogare con una destra intelligente. Finora è una scommessa persa”. Le sue ambizioni migliori si rivolgono altrove. Grandi progetti, per il
cinema, per il teatro e perfino per “quella deficiente della televisione”, come direbbe la signora Ciampi. “Ma quelli per la tv li tengo nel cassetto, in vista di tempi migliori. Fare buon
cinema, buon teatro, in Italia è ancora possibile. Ma fare bella televisione è proibito dalla legge”. Trascinato nella polemica sulla “televisione deficiente”, è stato il solo, fra destra e sinistra, ad avere il coraggio di puntare al cuore
del sistema, ai potentati di Vespa e Costanzo, invece di infierire come tutti
su veline e comicastri. “Capisco che Costanzo e Vespa facciano paura, ma come si fa a essere così ipocriti da prendersela con quiz e varietà? Li fanno in tutto il mondo. La vergogna soltanto italiana è la pornografia dell’informazione, i salotti dove un ministro, una bonazza e il fidanzato di una
serial killer discutono del problema dell’Aids”. La televisione rimane il luogo dell’impossibilità di essere intelligenti? “Quando faccio tv io parcheggio il cervello fuori ed entro depensato, come
direbbe Carmelo Bene. Se ti capita di dire una cosa sensata, una sola, sei
segnato a vita”» (Curzio Maltese).