Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
AUDISIO
Emanuela Roma 21 luglio 1953. Giornalista. Scrive su Repubblica. Soprattutto di sport.
Laurea in Scienze politiche con una tesi sugli Indipendent Workers of the World
(sindacato americano molto radicale, forte fra le due guerre). «Frequentavo gli ambienti femministi, il CRAC, Comitato Romano Aborto e
Contraccezione. Conoscevo un’amica che collaborava a Repubblica e basta. Capita che d’estate, prima delle Olimpiadi di Montreal, si incomincia a parlare della
squalifica di Borzov, il velocista russo, perché partiva appoggiando sulla linea una mano sola. Mi incuriosisco. Giocavo nella
Tennis Tavolo Senigallia, sono stata nazionale… mi capitava di viaggiare, anche nei Paesi dell’Est, facevamo tornei in Ungheria etc…, e lì venni a sapere che Borzov si era semplicemente rotto un braccio, la sua
partenza con una mano era nata così. Scrivo un pezzetto di trenta righe, infilo in una busta, incollo 350 lire di
francobolli e spedisco a Repubblica. Franco Recanatesi, capo dello sport,
pubblica senza firma. Mi dico: ma ti pare che pubblicano tutti? Come son fatti ’sti giornali? Ero sopresa. Qualche giorno dopo, estate 1976, sempre Montreal,
leggo che hanno dato il permesso agli uomini di frequentare le donne e
viceversa nel Villaggio Olimpico. Un falso segno d’apertura del Cio: in base a studi che avevo letto le donne avevano complessi a
ricevere un ragazzo quando stavano con altre donne nell’appartamento. Ci scrivo su sessante righe, spedisco, pubblicano senza firma. L’idea era: puoi volare ma non ti danno le ali. Ero a Senigallia quando sono
usciti i pezzetti. Vado a Roma per un esame e passo a Repubblica. Mi presento a
Recanatesi, incomincio a dare una mano» (da un’intervista di Andrea Aloi).