Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
ASTI Adriana Milano 30 aprile 1933. Attrice. «Non aveva all’inizio la minima ambizione di diventare un’attrice
ASTI Adriana Milano 30 aprile 1933. Attrice. «Non aveva all’inizio la minima ambizione di diventare un’attrice. Da bambina non aveva neppure mai visto un attore, ma solo le marionette dei Colla. Lo spettacolo entrò in casa sua con le ballerine della Scala, frequentate dal fratello maggiore in cerca di flirt. Per il resto, niente. Andava a scuola dalle suore. Prima le suore tedesche, poi quelle inglesi perché i suoi genitori seguivano con assoluta fedeltà gli avvicendamenti della guerra. Era piuttosto timida e anche impacciata, recitava le poesie dietro le porte di casa. Poi un giorno arrivò a Milano la compagnia del Carrozzone di Fantasio Piccoli. Più che un’occasione di fare teatro fu il suo personale modo per andarsene da casa. La sua carriera cominciò più o meno così. Chiese a suo padre di permetterle di lavorare con quella compagnia. Il babbo cercò inutilmente di trattenerla: “Non sai recitare, che cosa ti sei messa in testa di fare?”, però alla lunga acconsentì. Con la compagnia del Carrozzone non diventò subito una grande attrice. Si truccava per ore, interpretava le parti più miserevoli e all’occorrenza faceva pure la trovarobe. Suo malgrado, si ritrovò però invischiata nel teatro, e non riuscì più a fare altro. Proseguendo con medio talento e una notevole dose d’inerzia attraverso gli anni del Dopoguerra fin verso la metà degli anni Cinquanta, si guadagnò alcune parti al Piccolo Teatro di Milano di Paolo Grassi e Giorgio Strehler. Bellina e d’aspetto bambinesco com’era, divenne la preferita di Luchino Visconti. Con l’esempio e la vicinanza di grandi attori e registi, imparò a recitare benissimo. Con il passare del tempo divenne, per unanime definizione dei critici, una delle attrici più talentuose, e certamente più spiritose, del teatro italiano. Ma quando, molto più tardi, le consegnarono il premio Ennio Flaiano, tre Maschere d’oro, una Grolla d’Oro, un David di Donatello e tre Nastri d’Argento, descrissero una persona che non era esistita: una primadonna diventata attrice sin da giovanissima, per orgoglio e per capricciosa vocazione intima. Ma dove? Ma quando? Dicono di lei che non sia mai stata una diva svenevole, e nemmeno una primadonna viziata. Però ha uno speciale rimpianto per gli anni in cui le grandi attrici arrivavano a teatro precedute da una sfilata di bauli contenenti gli oggetti da cui mai e poi mai avrebbero potuto separarsi. Oggi, invece, nei camerini il massimo del lusso riservato agli interpreti di cartellone è un divano letto, un tavolo da toeletta e una sarta pronta all’emergenza» (Silvia Grilli).