Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
APICELLA
Mariano Napoli 14 settembre 1962. Musicista. Figlio d’arte: suo padre, Tonino, negli anni Settanta è stato un noto cantante napoletano grazie soprattutto a uno stile interpretativo
«alla Aznavour». Ma anche il nonno aveva una vena d’artista: il nipote lo ha definito «poeta tassista». Trascorsi molti anni in giro per il mondo proponendo un repertorio fatto
soprattutto di classici napoletani, ha deciso di ritornare a Napoli e ha
incontrato Berlusconi, col quale ha poi inciso un album (2003)
• «Lieve stempiatura, sorriso largo, statura mediterranea e niente tacchi. Si
capisce che a Berlusconi sia piaciuto. Come andò? “Era il 27 maggio del 2001, il mio giorno fortunato. Io accordavo la chitarra, al
ristorante dell’hotel Vesuvio. Lui usciva dall’ascensore, si fermò e mi disse: “Lo sa che ho fatto il suo stesso lavoro?”. Lo sapeva? “Sì, sì, certo. Mi chiese di suonare al loro tavolo. C’erano Fini Buttiglione Martusciello, era la sera del ballottaggio fra i sindaci”. Non andò bene. “Per me benissimo. A fine serata venne a darmi un bigliettino. ‘Vuole girare un poco con me quando stacco la spina?’, mi disse, e mi fece una proposta: un contratto a un anno”. Quanto? “Eh non lo posso dire”. Il doppio, il triplo? “Diciamo il doppio”. Il doppio di quello che Mariano Apicella prendeva da posteggiatore negli
Sheraton di mezzo mondo: Cina, Egitto, Corea, Dubai, Svizzera, e già non doveva essere male. Chiariamo subito, per i non campani: il posteggiatore
non è quello a cui dai le chiavi della macchina. “è quello che va a cantare al tavolo degli innamorati. ‘Posteggia’ la coppia, la porta dove vuole lui, e aspetta la mancia”» (Concita De Gregorio).