Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
ANTONACCI
Biagio Milano 9 novembre 1963. Cantante. Autore. «Non conosco la musica. Quando compongo al pianoforte uso solo i tasti bianchi».
VITA Debutta al Festival di Sanremo dell’88 con Voglio vivere in un attimo. Poi gli album: Sono cose che capitano (89), Liberatemi (91), Biagio Antonacci (94), Il mucchio (96) ecc. «Fossi stato più brutto, magari avrei avuto un pubblico più rock» • «Fino a trent’anni ho fatto il geometra, il successo è arrivato tardi. Quindi i primi due dischi li ho fatti che ancora lavoravo in
cantiere, appunto da “normale”. Il successo è arrivato che ero già grandicello e ho sempre tenuto a rimanere quello che sono. Se tutti mi vedono
come uno “normale” vuol dire che è passata l’immagine dell’uomo Biagio, più che del cantante Biagio. L’artista c’è ovviamente, con le sue euforie, le stanchezze, i momenti neri, ma questo vale
per tutti quelli che fanno un lavoro creativo. E comunque ho faticato ad avere
certi riconoscimenti. Per molto tempo sono stato considerato il cantante che
piace alle ragazze. Inizialmente mi dava fastidio perché mi riduceva a un fenomeno adolescenziale. Oggi quasi mi piace, fa parte del
gioco. Conquistare gli uomini è stato molto più faticoso: all’inizio dicevano “che palle” quando le fidanzate volevano venire al mio concerto. Io faccio canzoni per la
gente, e cerco il più possibile di restare tra la gente, di continuare a vivere»
• «Personaggio spontaneo, cresciuto nella perifera milanese di Rozzano, ha sempre
coltivato la musica nel cuore. Ci pensava mentre si diplomava da geometra, ci
flirtava come batterista autodidatta, finché nel 1989 ottenne il primo contratto discografico di una carriera fortunata. è andato financo “troppo adagio” nel percorso verso il successo, ma il mondo attuale, e non solo quello dello
spettacolo, è fatto per l’autopromozione, lui ha chinato la testa e lavorato dal 1989, la fiducia, stima e
seguito che ha se li è creati anno dopo anno, tour dopo tour, disco dopo disco, ha scelto il “profilo basso” - chè tanto basso non è trattandosi di musica - e allora eccolo sopravanzato da tanti che non valgono
quanto lui» (Paolo Zaccagnini)
• è stato per anni il compagno di Marianna Morandi, figlia di Gianni, da cui ha
avuto due figli.
CRITICA «Geometra passato alle canzoni grazie alla facilità ribalda con la quale riesce a comporre, senza nemmeno aver studiato musica,
innumerevoli melodie che si appiccicano alla testa. Cantautori più anziani a corto di ispirazione farebbero carte false per aver la metà delle sue idee; ma la fortuna (che ci vede benissimo) ha baciato Antonacci
anche regalandogli una voce particolare, rauca, che sa ormai usare con sapienza
consumata. Colpisce una sensibilità quasi femminile nel raccontare le gamme di sentimenti amorosi attraverso le sue
canzoni» (Marinella Venegoni)
• «Il suo successo è fatto soprattutto di semplicità e d’immediatezza, di comunicativa e popolarità. Le sue canzoni sono come polaroid scattate con gli amici, come il peluche
regalato al fidanzato, canzoni buone per essere cantate con la chitarra davanti
al fuoco in spiaggia, o in coro nel pullman della gita. Ha preso il posto
lasciato libero da Baglioni nell’universo sentimentale della canzone italiana, quello del racconto privato,
piccolo, immediato, quello della musica che un tempo si sarebbe detta da
fotoromanzo. Ma, ed è questo uno dei motivi del suo odierno successo, questa musica lui la propone
con un’energia, una carica vitale e comunicativa, che nessuno dei vecchi cantautori
aveva. In scena sembra piuttosto Vasco Rossi, corre, salta, si scatena e fa del
suo meglio per far scatenare la platea assieme a lui» (Ernesto Assante)
• «Canta come se gli stessero cavando un rene senza anestesia e questo “strappare” le note è ciò che di lui più mi piace» (Platinette).
FRASI «I pezzi io li scrivo in 10 minuti. Se ci impiego più tempo vuol dire che non vanno».